“Parto con un blazer fresco stirato dalla fantesca, sapendo che a bordo treno avrei trovato pure la gelida aria condizionata. E che avrei indossato finanche un cappellino per non farmi riconoscere. Sebbene, sapreste farlo oramai dalla quantità di quotidiani internazionali che mi accompagnano, dalla borsa in cuoio marrone…,” non voglio fare la parodia ad Alain Elkann autoincensando e degradando la scrittura.
Ahahaha roba da non credere.
È il manifesto ideologico dell’uomo insostenibile che fa della propria (presunta) cultura un tratto divisivo e di casta. A che serve raccontare un’esperienza del genere se non a far fare una crassa e plebea risata e una stilosa pernacchia alla Totò…
Non sapendo fare la seconda personalmente ancora sto ridendo. Ma non voglio parlarvi di questa roba. Quanto invece mi preme denunciare a Trenitalia la fallace scelta di fare un kit di benvenuto ai passeggeri delle Frecce in Prima classe che alimenta uno spreco alimentare ingiusto e produce una quantità di materiale da riciclare per il quale chiedo che politiche, misure e iniziative siano state adottate.
È uno schiaffo alla sostenibilità di cui non avvertivamo alcun bisogno, da parte di un’azienda che mi pare impegnata a guidare i processi di sviluppo e di progresso del Paese. Che risposta possiamo attenderci?