Sarà il capo della Protezione Civile, Angelo Borrelli, domani alle 9.30 ad aprire da Palermo la prima “Settimana nazionale della protezione civile” che si svolgerà fino al 19 ottobre.
L’iniziativa, che ha carattere nazionale, è stata istituita lo scorso 1 aprile con una direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri in coincidenza con il 13 ottobre, Giornata internazionale Onu per la riduzione delle catastrofi naturali. Borrelli visiterà a Palermo il Parco della Salute e poi si recherà a Capaci ed a Carini.
La “Settimana della Protezione civile” prenderà il via in corrispondenza con l’evento conclusivo della campagna “Io non rischio” che vedrà in 60 piazze della Sicilia centinaia di volontari impegnati a fare azione di sensibilizzazione e informazione.
In linea con il Codice di Protezione Civile, l’iniziativa punta a rafforzare il sistema informativo complessivo per far conoscere i comportamenti da adottare in caso di calamità naturali per mitigare i fattori di rischio. Se nulla o poco si può incidere, infatti, dinnanzi alla violenza delle catastrofi naturali, molto possiamo fare per migliorare l’informazione sui possibili scenari di rischio, sulle buone pratiche da adottare in caso di situazioni di emergenza e sull’uso di comportamenti consapevoli e di misure di autoprotezione.
All’interno dei gazebo che verranno allestiti si potranno ricevere, infatti, informazioni e materiale utile sui comportamenti da assumere in caso di terremoti, alluvioni, maremoti, incendi. “Conoscere per salvarsi” è, infatti, quello che potremmo definire il tema dominante della campagna informativa nazionale.
“L’importanza dell’informazione e della prevenzione nella gestione del rischio, già a partire dalle scuole dell’obbligo, rappresenta – dice Calogero Foti, capo del dipartimento regionale della Protezione civile – una delle priorità della Protezione civile.
Il nostro è un Paese esposto a numerosi rischi naturali, ma spesso la drammaticità che assumono molti eventi è aggravata da comportamenti irresponsabili o inadeguati. Una informazione più capillare e una maggiore consapevolezza possono contribuire a ridurre significativamente i danni a persone e cose. Già da qualche tempo – continua Calogero Foti – abbiamo potenziato il nostro impegno sul fronte della prevenzione e dell’informazione che consideriamo un importante elemento per la riduzione del rischio e, da ultimo, il Governo ha istituito all’interno del DRPC Sicilia un’unità di comunicazione per agevolare il flusso informativo con la popolazione.
Le drammatiche esperienze raccolte nelle diverse calamita’ naturali in cui siamo chiamati ad intervenire evidenziano in linea di massima due aspetti: da un lato un uso talvolta irresponsabile del territorio, dall’altro comportamenti umani inadeguati che spesso contribuiscono pesantemente nel bilancio delle situazioni di crisi ambientale”.
L’attività di protezione civile, che fino ad oggi si è rivolta all’intervento in emergenza, sempre più è chiamata ad orientarsi verso quattro attività: previsione, prevenzione, emergenza e ripristino. La prevenzione va effettuata attraverso la redazione dei piani di emergenza, le opere di messa in sicurezza, le esercitazioni, ma anche l’informazione e la formazione, la divulgazione dei concetti di rischio, l’incremento della capacità di resilienza.
“Istituendo l’Autorità di Bacino del Distretto Idrografico della Sicilia, l’attuale Governo ha mostrato attenzione verso la tutela dell’ambiente rafforzando le strutture di controllo – sottolinea Calogero Foti – con il potenziamento del rapporto con le associazioni di protezione civile, invece, si rafforza l’aspetto della sensibilizzazione della cittadinanza verso l’assunzione di comportamenti corretti da assumere per ridurre e affrontare emergenze e rischi.
Esperienze come quella di Giampilieri, di cui si è appena celebrato il decennale, con il drammatico epilogo di morti e dispersi – evidenzia il capo del Protezione civile in Sicilia – ci invitano a non chiudere gli occhi e ad intervenire con tempestività e impegno affinché la popolazione venga educata a rispettare il territorio e sia, allo stesso tempo, preparata sempre di più e meglio a fronteggiare le eventuali emergenze”.