ROMA (ITALPRESS) – "Bisogna fare un piano dell'agricoltura almeno a 10 anni in cui l'obiettivo è produrre di più e produrre in modo sostenibile preservando le risorse naturali. Questo si può fare attraverso l'innovazione. Le imprese agricole sono pronte ad investire, per aumentare il contributo alla lotta contro il cambiamento climatico e per accrescere la sostenibilità ambientale". Lo ha detto il presidente di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, nella sua relazione alla 101esima Assemblea della confederazione dove erano presenti il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, e il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani. "Gli obiettivi, però, vanno raggiunti puntando sulle innovazioni, non solo con i divieti – ha detto Giansanti – Una risposta deve arrivare dalla puntuale e piena applicazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza che ha nella transizione ecologica un punto fondamentale. E' però necessario che il contributo richiesto al nostro settore non venga inquadrato solo in termini restrittivi". (ITALPRESS) – (SEGUE). "Va preso in considerazione anche l'apporto già assicurato alla lotta al cambiamento climatico – ha spiegato Giansanti – Dalle energie rinnovabili, al trattenimento del carbonio che si ottiene con alcune colture e con la forestazione. Quest'ultimo è un contributo che può essere valorizzato anche in termini di reddito per gli agricoltori, all'interno di appositi accordi di programma. I problemi posti dal cambiamento climatico hanno una dimensione globale e l'Unione europea incide per meno del 10% sulle emissioni totali di CO2. Il nostro modello deve essere preso come un punto di riferimento". Parlando della Pac, Giansanti ha poi sottolineato che si tratta di una questione di "fondamentale importanza per il futuro dell'agricoltura, la Pac che entrerà in vigore nel 2023, ma per la quale già entro la fine di quest'anno gli Stati membri dovranno inviare alla Commissione europea i programmi strategici nazionali. Una novità assoluta, in quanto dovranno contenere sia le scelte sui pagamenti diretti, sia i programmi di sviluppo rurale a livello regionale". "Abbiamo espresso e motivato le nostre riserve sull'accordo che è stato raggiunto – ha evidenziato Giansanti – Ora c'è molto lavoro da fare e in tempi stretti. Nella fase di redazione del piano strategico puntiamo a risolvere i problemi posti esistenti, con particolare riferimento agli aiuti diretti che devono continuare ad essere una rete minima di sicurezza per i redditi degli agricoltori. Fatte le debite proporzioni, per il nostro settore il piano strategico per la nuova Pac ha la stessa valenza del Recovery Plan per l'economia italiana. Non possiamo sbagliare e va privilegiata la spesa effettivamente produttiva". Per il ministro delle Politiche Agricole, Stefano Patuanelli, "l'agricoltura ha delle grandi sfide che possono rappresentare anche delle occasioni per innovarsi mantenendo alto il valore delle nostre tradizioni e le produzioni. Abbiamo le risorse economiche per farlo, abbiamo la grande voglia dei produttori di essere presenti sul mercato internazionale. Serve quanto abbiamo previsto nel fondo complementare: 1,2 miliardi per i contratti di filiera". "Va monitorato e gestito il trasferimento del valore aggiunto della filiera – ha proseguito Patuanelli – perchè è evidente che c'è una distonia tra quanto rimane al produttore e quanto va al resto della filiera, ci sono interi settori che per una serie di ragioni hanno avuto un aumento dei costi di produzione e un abbassamento del prezzo del prodotto, questo non è accettabile. Penso che il contratto di filiera sia lo strumento migliore con cui gestire il trasferimento del valore aggiunto nella filiera". Per il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, la filiera agrifood è "una eccellenza italiana sulla quale dobbiamo investire, anche per dare un miglioramento dal punto di vista dell'impatto ambientale che sia importante. L'agricoltura riveste due fondamentali, è una delle filiere di massima eccellenza del Paese, noi abbiamo dei prodotti eccellenti e credo sia fondamentale avere dei prodotti che oltre ad essere molto buoni hanno un background tecnologico formidabile". "Ma l'agricoltura è anche uno dei settori che impatta esattamente ed è giusto che sia sempre incentivata ed aiutata a diventare sostenibile, ma in Italia siamo molto meglio degli altri – ha concluso Cingolani – Il miglioramento tecnologico è al servizio di una tradizione millenaria e non può che migliorare la qualità del prodotto, sono compatibili e siamo uno dei pochi paesi al mondo che può mettere insieme tecnologia e tradizione di alto livello". (ITALPRESS). tan/fil/mgg/red 08-Lug-21 17:58