Il direttore dell’AdE è intervenuto al 4° forum nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili.
“La riforma fiscale deve essere improntata sul rinnovamento del sistema tributario nel suo complesso.
È fondamentale che funzioni bene e sia comprensibile da cittadini e professionisti. Una vera riforma deve affrontare tutti i rapporti tra Fisco, contribuenti e imprese”. Queste le parole del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che ha aperto la tavola rotonda sulla Riforma fiscale nell’ambito del 4° Forum nazionale dei commercialisti ed esperti contabili’.
“Non basta discutere delle singole imposte – ha aggiunto – ma bisogna approfondirne i sistemi di riscossione, di pagamento e di rateizzazione, sviscerando tutti gli elementi che possono tornare utili alla riorganizzazione dell’intera amministrazione finanziaria. Fin quando una larga maggioranza di cittadini continuerà a ignorare quali siano le imposte, come le stesse siano articolate e quali sono le norme da seguire, sarà difficile raggiungere l’obiettivo di una maggiore equità e sostenibilità del sistema. E’ giunto il momento di fare chiarezza in un dibattito che è arrivato a un punto di svolta. Le nuove tecnologie e gli strumenti digitali di cui disponiamo – ha sottolineato Ruffini – possono fare la differenza in una riforma fiscale che l’Italia attende da troppo tempo”.
Il ruolo dei commercialisti e degli esperti contabili in questo difficile percorso della riforma è stato sottolineato dal presidente nazionale,Massimo Miani: “Il prossimo 22 gennaio saremo auditi dalle Commissioni Finanze di Camera e Senato nell’ambito dell’indagine conoscitiva per lo sviluppo di un progetto di riforma fiscale. In quella sede focalizzeremo le proposte dei commercialisti su tre temi: la riforma dell’IRPEF, la razionalizzazione e semplificazione normativa e un fisco per la resilienza, la ripartenza e lo sviluppo. Sul tema della riforma dell’IRPEF produrremo in allegato anche le conclusioni della apposita commissione di esperti che il Consiglio Nazionale ha nominato lo scorso settembre, affidandone il coordinamento al professor Carlo Cottarelli. Sul tema della razionalizzazione e semplificazione normativa allegheremo le numerose proposte elaborate in questi anni dal Consiglio Nazionale, grazie al lavoro della Fondazione, delle commissioni di studio e dei colleghi. Tra queste, ricordo ad esempio la trasformazione dell’Irap in una addizionale regionale all’Ires. Sul tema dell’adeguamento del fisco alle esigenze di resilienza, ripartenza e sviluppo dell’economia, ribadiremo la centralità di un piano volto ad incentivare, con un vero e proprio superbonus, la ricapitalizzazione delle imprese che in questi mesi si sono fortemente indebitate con prestiti garantiti dallo Stato”.
“Semplificare è la parola d’ordine” come ha sostenuto Elbano de Nuccio, presidente dell’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Bari, per il quale “nel corso degli anni si sono susseguite circa un migliaio di modifiche all’impianto originale, spesso disarmoniche e contraddittorie”.
“Per la ripresa economica del Paese serve una svolta. La stratificazione disorganica negli anni ha favorito l’evasione rendendo difficile, se non impossibile, la riduzione della pressione fiscale”.
“A fare il resto – rimarca de Nuccio -, una legislazione complessa e contraddittoria per la quale ci sono difformità di applicazione delle norme anche tra diversi uffici dell’Agenzia delle Entrate. Il primo step è dunque quello di una ricodifica organica dell’intero sistema tributario. Poi, rivolgo un appello all’Agenzia delle Entrate affinché questo processo riformatore, che riguarda i rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, coinvolga tutte le parti in causa. A partire dai professionisti”.
Sulla stessa lunghezza Luigi Pagliuca, presidente della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri:
“La pressione fiscale è un vero e proprio macigno sui contribuenti onesti e in troppi casi c’è chi scegli l’evasione come forma di difesa, pur sapendo di commettere un errore. Nell’ultimo triennio sono stati portati via 107 mld di euro alla comunità. Serve un sistema che superi questa criticità, contemplando le esigenze economiche dello Stato con le oggettive difficoltà dei cittadini. In questo possiamo essere utili a individuare nuovi e più efficaci percorsi”.
“Siamo sempre considerati utili e, talvolta, indispensabili per il Paese – evidenzia Pagliuca – perché affianchiamo quotidianamente le aziende, e lo abbiamo dimostrato anche in occasione della pandemia ma, poi, siamo stati dimenticati quando sono state erogate le misure di sostegno ai lavoratori autonomi. Così non va bene. Non bastano solo le audizioni presso le commissione parlamentari per illustrare le proposte in merito alla riforma. E’ necessario partecipare costantemente ai lavori di semplificazione e sburocratizzazione del settore fiscale e previdenziale”.
Sulla delicatezza del ruolo dei commercialisti e degli esperti contabili si è soffermata Marcella Caradonna, presidente Odcec di Milano: “Dal nostro osservatorio registriamo l’enorme difficoltà economica e finanziaria in cui si trovano famiglie e imprese aggravata dall’emergenza sanitaria. Sono necessari provvedimenti efficaci con comunicazioni certe, chiare e comprensibili”.
Anche per Luca Asvisio, presidente dei commercialisti torinesi, “occorre mettere in campo iter semplificati a favore di imprenditori che si rendono disponibili ad investire contribuendo così alla ripresa del Paese”.
Per Stefano Distilli, presidente della Cnpadc, “il ruolo della nostra categoria è quello di consulenza, ma purtroppo la maggior parte del tempo dobbiamo impiegarla a interpretare la ‘giunga’ legislativa che abbiamo in Italia. Questo non ci permette di svolgere il nostro vero ruolo. L’auspicio è che la riforma fiscale non sia come quella del sistema previdenziale, ma venga realizzata per essere utilizzata”.
In conclusione l’appello di Giulio Vasconi, manager Nexi: “La digitalizzazione e la moneta elettronica possono aiutare una maggiore trasparenza e facilità oltre a essere nuove opportunità che valgono non solo per le grandi catene commerciali ma anche per piccole realtà che in genere guardano con diffidenza a queste novità. Le nuove tecnologie sono nostre alleate, iniziamo a sfruttarle a dovere”.