Tutto fermo per i 100 mila lavoratori della sanità privata. Le associazioni di categoria Aris e Aiop sul rinnovo del contratto, sono rimaste sulle loro posizioni tenendo in scacco le maestranze. Così ci si interroga su dove porterà un braccio di ferro che dura da 14 anni in previsione in autunno di una seconda ondata di contagi.
“Mi chiedo, senza polemica ma con sincero e giustificato sdegno, come possono il ministro della salute e il presidente della Conferenza Stato-Regioni tollerare l’affronto delle parti datoriali, che oggi scaricano sugli accordi regionali l’ennesimo stop al rinnovo del contratto”. A interrogarsi su cosa accadrà è il Segretario Nazionale della CIMOP (Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata), Carmela De Rango, che interviene dopo la nuova marcia indietro di Aris e Aiop sul rinnovo del contratto nella sanità privata.
“La situazione è insostenibile. Le associazioni datoriali condizionano il rinnovo del ccnl per il personale medico ad accordi regionali”, osserva con disappunto la segretaria della Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata, “Riteniamo non più accettabile una retribuzione con un gap del 50% rispetto ai colleghi che operano in aziende pubbliche. È necessario parificare le retribuzioni e le Regioni devono intervenire con le associazioni datoriali per rendere raggiungibile questo obiettivo. Chiedo al ministro della salute Speranza e al presidente delle regioni Bonaccini di spiegare su quali basi continuano a tollerare questa situazione. Perché un medico delle aziende private accreditate deve essere retribuito il 50%? Le prestazioni erogate nel privato sono le stesse del pubblico, allora perché tollerare questa discriminazione? Sono fermamente convinta che sia improcrastinabile un intervento politico urgente perché le prestazioni del SSN vengono erogate con soldi pubblici”. Preso atto della situazione sia economica che quella di un fermo delle relazioni la Confederazione Italiana Medici Ospedalità Privata passa ad una mossa sindacale. “Per questa ragione la Cimop proclama uno stato di agitazione che si trasformerà in blocco delle attività con il mese di settembre”. Ai lavoratori è arrivato anche il “Pieno sostegno della Cisl“, con una nota della Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, “alla protesta dei lavoratori della sanità privata per il rinnovo del contratto scaduto da ben 14 anni. Centomila lavoratori attendono il legittimo riconoscimento economico e le giuste tutele. E’ irresponsabile il comportamento delle associazioni datoriali”. I
sindacati confederali di categoria sollecitano la firma definitiva, dopo tre anni di trattative e la preintesa del 10 giugno quando sembrava che l’accordo era ad un passo.
“Un rinnovo che manca da 14 anni per 100 mila lavoratrici e lavoratori”, sottolinea la Cisl, “che nella fase più acuta della pandemia hanno rischiato la propria vita per salvare i contagiati”, ricorda il segretario generale aggiunto Cisl, Luigi Sbarra che ha incontrato i lavoratori della sanità privata durante una recente manifestazione promossa da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl per protestare contro la mancata ratifica del rinnovo del contratto. “Siamo qui”, ha sottolineato Sbarra, “per rivendicare la ratifica della preintesa definita a giugno con le associazioni datoriali, siamo qui in piazza per chiedere al Governo e alle Regioni di intervenire pesantemente per ristabilire un corretto clima di relazioni industriali e qualora le associazioni datoriali dovessero continuare a manifestare questo atteggiamento irresponsabile, chiediamo al Governo e alle Regioni di rivedere e di sospendere i sistemi di accreditamento e le convenzioni”. Per il segretario generale aggiunto Cisl, “le associazioni datoriali e la stessa Confindustria devono recuperare un contesto di piena affidabilità delle relazioni sindacali, altrimenti andremo avanti con le manifestazioni per tutto il mese di agosto e ci predisporremo per una grande giornata di mobilitazione”