Ieri il Consiglio dei Ministri riunitosi a Palazzo Chigi sotto la presidenza del Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del Mare Nello Musumeci ha deliberato importanti provvedimenti per far fronte agli eccezionali eventi meteorologici che hanno colpito diverse aree del Paese negli ultimi giorni. Il Cdm nello specifico ha approvato la dichiarazione dello stato di emergenza per le province di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini in seguito alle gravi condizioni climatiche che hanno devastato il territorio. In pratica, il governo ha stanziato 20 milioni di euro dal Fondo per le emergenze nazionali per sostenere le attività di soccorso, assistenza alla popolazione e il ripristino dei servizi pubblici e delle infrastrutture danneggiate. Gli interventi urgenti copriranno operazioni di messa in sicurezza e ripristino della funzionalità delle reti strategiche locali, comprese strade, linee elettriche e altre infrastrutture vitali.Dunque, i fondi stanziati saranno utilizzati anche per migliorare le condizioni di sicurezza della popolazione colpita e garantire una rapida ripresa delle attività quotidiane.
Regione Marche
Il Consiglio dei Ministri ha inoltre deliberato la dichiarazione dello stato di emergenza per la Regione Marche, in particolare per la fascia costiera colpita dagli eventi meteorologici a partire dal 18 settembre. Per questa zona, sono stati stanziati 4 milioni di euro, destinati anch’essi a interventi di emergenza e ripristino.
Esecutivo vicino
Al termine del Cdm, Musumeci ha spiegato che il governo è stato puntuale negli adempimenti e vicino alle regioni colpite. In merito alle tensioni tra maggioranza e opposizione in merito alle responsabilità politiche riguardanti la gestione delle nuove alluvioni che hanno colpito lʼEmilia-Romagna, Musumeci ha preferito non alimentare ulteriori nervosismi: “Nessuna polemica. A 70 anni non mi metto a polemizzare. Se poi gli altri hanno voglia di farlo… bene, hanno anche il diritto di farlo. A due mesi dal voto mi pare assolutamente fisiologico”.
Polizze contro le calamità
Il Ministro poi ha insistito sulla necessità di valutare le polizze contro le calamità perché lo Stato non potrà sostenere queste spese indefinitamente e per tutti: “I costi per le famiglie di una polizza contro le calamità sarebbero certamente minori rispetto a quelli necessari per ricostruire una casa distrutta”. Musumeci ha evidenziato come lo Stato non sia più in grado di sostenere da solo il peso economico delle emergenze, sempre più frequenti e di dimensioni spaventose. “Non è più nelle condizioni di reggere lʼimpatto con le criticità ambientali”, ha detto, aggiungendo che le risorse pubbliche non potranno coprire in modo permanente tutte le esigenze derivanti dai disastri naturali. Il Ministro ha proposto quindi lʼadozione di polizze assicurative contro le calamità naturali come parte di una strategia di partenariato pubblico-privato. Lʼidea è quella di spingere le famiglie, soprattutto quelle che vivono in aree a rischio come accanto ai fiumi, a proteggersi con polizze simili a quelle che stipulano per le loro automobili: “Se ho una casa vicino a un fiume, mi metto al sicuro facendo quello che faccio con lʼassicurazione per l’auto”, ha spiegato, proponendo la delocalizzazione come alternativa per chi vive in zone particolarmente vulnerabili.