Secondo le stime di Coldiretti il 16,2% dei pensionati che lavorano è attivo nel settore agricolo per salvare i raccolti e garantire le forniture alimentari messe a rischio dalla difficoltà di reperire baccianti. “Sul totale di 444mila pensionati lavoratori nel 2021, ben 72mila si trovano nelle campagne con un aumento record del 22,4% rispetto al 2019. Un risultato frutto della necessità di rispettare i cicli stagionali della produzione e di non perdere i raccolti di fronte alla carenza di manodopera qualificata resa più evidente durante l’emergenza Covid che ha ostacolato gli ingressi alle frontiere dei lavoratori stranieri che rappresentano una componente importante per le attività agricole”, sottolinea Coldiretti.
Una situazione che va affrontata, precisa la Coldiretti, “con le formule più adeguate che garantiscano maggiore semplificazione per le imprese e le necessarie tutele per i lavoratori agricoli attraverso il confronto con le Istituzioni e i sindacati”. “l’organizzazione agricola, occorre anche “emanare immediatamente il decreto flussi 2023 per l’ingresso regolare di almeno centomila lavoratori migranti stagionali necessari al settore agricolo già dai primi mesi del nuovo anno per garantire la manodopera nei campi, combattere il caporalato, potenziare la produzione di cibo dell’Italia e difendere la sovranità alimentare nazionale”, conclude Coldiretti.