Si celebra oggi la Giornata internazionale delle Foreste istituita dall’ONU. In Italia il tema è la salvaguardia della superficie forestale nazionale che è aumentata in 10 anni di circa 587.000 ettari per complessivi 11 milioni di ettari. Un aumento che si è dimostrato molto vulnerabile al degrado e agli incendi perché è mancata l’opera di prevenzione nei boschi. Molte aree sono nell’abbandono, diventate zone con vegetazione ingovernabile. Le preoccupazioni sono quelle della Coldiretti e per la Giornata internazionale ha messo in campo un impegno che parte dall’educazione nelle scuole. “Dove per festeggiare la giornata nei giardini e negli spazi esterni”, scrive la Coldiretti, “di più 20 realtà in tutte le regioni d’Italia – è stato
deciso di mettere a dimora alberi di diverse specie: da Solesine (Padova) a Procida, da Brescia a Palermo, da Perugia a Bari, da Tropea a Roma, per iniziativa di Campagna Amica, Coldiretti, Coldiretti Donne
Impresa, Consulta florovivaistica Coldiretti, Terranostra e Fondazione Univerde, insieme a studenti, insegnanti rappresentanti delle istituzioni, sindaci e amministratori locali”.
Incendi e devastazioni
Solo nel 2021 sono stati ben 170mila gli ettari di bosco andati a fuoco di fronte all’inarrestabile avanzata della foresta che senza alcun controllo si è impossessata dei terreni incolti e domina ormai più di
1/3 della superficie nazionale con una densità che la rende del tutto impenetrabile ai necessari interventi di manutenzione, difesa e sorveglianza. “Per difendere il bosco italiano occorre creare le condizioni”, rileva Coldiretti, “affinché si contrasti l’allontanamento dalle campagne e si valorizzino quelle funzioni di sorveglianza, manutenzione e gestione del territorio svolte dagli imprenditori agricoli”.
Legname nuova opportunità
Una occasione, secondo la Confederazione, può arrivare dall’aumento del prelievo del legname dai boschi con lo sviluppo di filiere sostenibili in grado di tutelare l’ambiente e creare occupazione. “Se si considera
che”, precisa la Coldiretti, “l’Italia importa dall’estero più dell’80% del legno necessario ad alimentare l’industria del mobile, della carta o del riscaldamento. A preoccupare è però anche la pesante crisi della
frutteto italiano dove negli ultimi venti anni è sparita quasi una pianta da frutto su quattro, fra mele, pere, pesche, arance, albicocche e altri frutti con un gravissimo danno produttivo ed ambientale per il
ruolo che svolgono nella mitigazione del clima anche ripulendo l’aria dall’anidride carbonica e dalle sostanze inquinanti come le polveri PM10”.
Crollo delle coltivazioni
Il “frutteto italiano” ha visto un calo netto del 23% nello spazio di un ventennio secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. “Un danno economico ed occupazionale rilevante per il Sistema Paese”, rivela la
Coldiretti, “ma che colpisce anche l’ambiente, poiché con la scomparsa dei frutteti viene a mancare il prezioso ruolo di contrasto dell’inquinamento e del cambiamento climatico”.
Catturare il Co2
“Non a caso recenti studi hanno sottolineato il ruolo positivo della frutticoltura nella tutela dell’ambiente”, fa presente la Confederazione, “proprio per la capacità di catturare Co2, ruolo che potrebbe ulteriormente crescere con l’adozione di tecniche colturali finalizzate non solo alla produzione di frutta ma anche alla lotta all’inquinamento e al cambiamento climatico”.
“La differenza di temperatura estiva”, conclude la Coldiretti, “delle aree urbane rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2 gradi nelle città più grandi, secondo uno studio Ispra”.