Nelle scorse settimane sono tornate a farsi notare le proteste studentesche legate ad una pluralità di tematiche che vanno dall’alternanza tra scuole e lavoro, alle modalità di organizzazione del prossimo esame di maturità, fino alle questioni che riguardano l’uguaglianza di genere e la libertà di espressione e di dress code all’interno delle scuole. Lo sguardo adulto su queste iniziative appare poco capace di cogliere i nuovi movimenti e i nuovi bisogni giovanili.
Secondo un sondaggio della Swg c’è vicinanza sui grandi temi della guerra, dell’ambiente e della sicurezza, ma non sulle questioni che riguardano più da vicino al vita scolastica. In generale i giovani di oggi se da una parte appaiono più liberi e informati, dall’altra sono percepiti come meno idealisti e meno efficaci nel loro agire, anche in virtù della minore politicizzazione.
Anche per chi in passato ha partecipato a movimenti ed iniziative studentesche, le motivazioni degli studenti di oggi appaiono piuttosto diverse, con una componente maggiore di rabbia e una minore adesione ideale. I movimenti vengono percepiti, quindi più come palcoscenico di un protagonismo effimero, che come delle realtà capaci di ottenere veri risultati dal punto di vista politico.
Dalla lettura del sondaggio Swg emerge quindi che il 60% degli adulti parteciperebbe con i giovani alle manifestazioni contro la guerra, il 58% per chiedere maggiore attenzione all’ambiente così come per avere maggiori garanzie sull’alternanza scuola-lavoro. Il 28% vede nei ragazzi passione per le tematiche discusse, ma c’è un altrettanto 28% che ritiene la protesta come un pretesto per saltare la scuola e il 23% per fare casino.