E’ fissato per lunedì prossimo alle 16 l’incontro tra i vertici di Fipe-Confcommercio, Fiepet Confesercenti, i sindacati dei lavoratori del settore e il Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.
L’incontro era stato richiesto con una lettera dalle stesse associazioni delle imprese del settore e dai sindacati dei lavoratori – Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil- il 4 gennaio scorso. Obiettivo dell’incontro è quello di individuare un piano di interventi efficaci e coordinato a sostegno dei lavoratori e delle imprese della ristorazione e dell’intrattenimento, messi in ginocchio da mesi di sostanziale inattività, da una perdurante incertezza e misure di indennizzo non sufficienti.
“Presenteremo un documento unitario – sottolineano Fipe e Fiepet – con proposte immediatamente implementabili nel decreto legge ‘Quinques’, in fase di predisposizione da parte del Governo, sui temi degli affitti, del lavoro, della liquidità’, delle concessioni e dei ristori. Sono proposte che stiamo avanzando da tempo, ci auguriamo che portarle all’attenzione del ministro in modo unitario e organico possa rappresentare la svolta necessaria per mettere la categoria nelle condizioni di lavorare con continuità, sicurezza e serenità. Siamo una componente essenziale del Pil del Paese, con 300mila imprese e più di un milione di addetti. Noi presenteremo le nostre proposte, dall’incontro vorremo uscire con un impegno e un cronoprogramma preciso su indennizzi e aperture”.
Intanto Fipe Confcommercio viste le “interpretazioni e previsioni confuse sull’entrata in vigore del nuovo Dpcm e dei nuovi parametri sulla classificazione delle regioni”, mentre “moltissimi ristoratori che lavorano nelle tante Regioni oggi gialle hanno acquistato i prodotti, raccolto le prenotazioni e organizzato il personale per il pranzo di domenica”, chiede al ministro Speranza “di posticipare la sua ordinanza almeno a lunedì prossimo, in modo da permettere agli imprenditori di lavorare nel fine settimana sulla base di impegni già presi, sempre entro le 18 e sempre nel rispetto delle norme anti contagio. Sarebbe un segnale di attenzione nei confronti di una categoria già martoriata da nove mesi di divieti e restrizioni e che si troverebbe costretta a gettare materie prime già acquistate nella spazzatura”.