“Quello delle morti bianche e degli incidenti sul lavoro è un annoso problema per il nostro Paese. Da troppi anni registriamo un numero di incidenti superiori alla media europea e su questo dato dobbiamo fare un po’ tutti il mea culpa, sindacati compresi. Non serve lo scaricabarile o fare a gara a chi alza di più la voce con il governo di turno. Per onestà nei confronti delle famiglie di chi ha perso la vita sul lavoro, servono serietà e rigore. Invito tutti a un approccio costruttivo, per trovare soluzioni praticabili nell’immediato in un’ottica di sana e corretta collaborazione. Bene ha fatto la premier Meloni ad annunciare controlli più stringenti e pene più severe in questo campo”. Lo ha dichiarato Francesco Zaffini, presidente della Commissione affari sociali, sanità, lavoro e previdenza a Palazzo Madama, è il protagonista del Cnpr Forum speciale, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili presieduta, da Luigi Pagliuca.
“Di fronte ai drammi quotidiani delle morti bianche – ha aggiunto – dobbiamo trovare soluzioni immediate superando problemi economici, tecnici e anche culturali. La sensibilità è massima come evidenziato dai continui richiami del Presidente della Repubblica”. Il parlamentare della maggioranza di governo si è soffermato anche sul tema della sanità integrativa: “Abbiamo 138 miliardi di fondo sanitario nazionale che nel 2027 arriverà a 147 mld, una cifra gigantesca che è la seconda voce di spesa del bilancio dello Stato dopo quella delle pensioni. Poi abbiamo 45 miliardi di euro che gli italiani pagano di tasca propria per avere prestazioni sanitarie. Quindi gli italiani pagano due volte la sanità, con le tasse e di persona. Quei 45 mld, mentre in Europa sono intermediati da un sistema di regole fatto di polizze sanitarie e mutue, in Italia sono lasciati al libero mercato per il 95%. Un cittadino fragile, ammalato, viene lasciato solo di fronte a un’emergenza sanitaria, pronto a qualunque sacrificio. È una cosa incivile. Stiamo lavorando per una riforma del secondo pilastro che lo renda molto simile al primo, per una sanità integrativa accessibile a tutti”.
Nel corso dei lavori, condotti da Anna Maria Belforte, il punto di vista dei professionisti è stato espresso da Paolo Longoni, consigliere dell’Istituto nazionale Esperti contabili: “Non mi sembra sia il caso, né da una parte né dall’altra, di fare il gioco delle attribuzioni di responsabilità. Quella degli infortuni sul lavoro è una questione terribile, endemica purtroppo nel nostro Paese più che in altri. Se ci sono infortuni e morti sul lavoro non è certamente colpa del governo, dei sindacati, di chi ha governato prima dell’attuale governo ma è un problema di sistema. Quindi stare a rimpallarsi l’uno con l’altro le responsabilità e la primogenitura su questa questione così grave, così dolente non è certamente utile. L’impianto normativo che c’è nel nostro Paese in materia di sicurezza sul lavoro e di prevenzione degli infortuni è assolutamente esauriente e non serve che si pensi a nuove norme oppure a decreti che improvvisamente cambino qualcosa. C’è una certa tendenza a eludere le regole cercando la maniera migliore per poter fare a meno di rispettarle. Per poter evitare che questo accada non serve inasprire le sanzioni ma che si rendano operativi i controlli. In un Paese dove si tende per natura a eludere le regole queste si fanno rispettare attraverso un sistema di controlli intenso, preciso, puntuale. Occorre un patto fra organizzazioni dei datori di lavoro, organizzazioni sindacali, governo e parlamento. Un patto che sia diretto a portare verso la soluzione in tempi brevi il tema terribile dei lavoratori che perdono la vita o sono soggetti a infortuni gravissimi mentre sono impegnati in luoghi di lavori che non sono sufficientemente dotati di misure preventive”.