Brasile, Bolivia, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela hanno firmato una dichiarazione congiunta con lo scopo è di promuovere la cooperazione regionale nella lotta contro la deforestazione, per evitare che l’Amazzonia raggiunga il punto di non ritorno. Il documento è stato presentato in chiusura del primo giorno di vertice sull’Amazzonia, che si è concluso nelle scorse ore nella città brasiliana di Belém. La dichiarazione congiunta non ha tuttavia convinto le organizzazioni ambientaliste, che subito hanno espresso dei dubbi. Il documento, infatti, non definisce alcun obiettivo comune per l’eliminazione totale della deforestazione, come il Brasile ha promesso di fare entro il 2030.
113 punti di azione
Nel testo sono contenuti 113 punti di azione in cui, oltre alla creazione dell’alleanza contro la deforestazione, si parla anche di dar vita a un Parlamento Amazzonico e a un coordinamento tra le forze di sicurezza e l’intelligence, per contrastare la criminalità nella regione amazzonica. Insomma, un primo passo importante, che si limita però a un elenco di promesse, senza specificare azioni concrete, hanno dichiarato gli ambientalisti. Il presidente brasiliano Lula, in apertura del vertice sull’Amazzonia ha ribadito l’urgenza di questo incontro: “Non è mai stato così urgente riprendere ed estendere la nostra cooperazione”. Il presidente ha inoltre sottolineato la necessità, per l’Amazzonia di far sentire la propria voce, affinché il mondo si assuma un nuovo impegno per la tutela del polmone della Terra.