Passoni: Fondo mutualistico
per incentivare imprese
e sostenibilità. Dai giovani
le idee migliori per il Paese
Andrea Passoni lei è l’amministratore delegato di Coopfond, il fondo mutualistico di Legacoop. Settore chiave per le imprese, per la loro stabilità e futuro. Può dirci nel merito come date sostegno alle imprese che aderiscono al fondo?
Il nostro obiettivo come Coopfond, fondo mutualistico di Legacoop, è incentivare e sostenere le buone pratiche cooperativistiche. Far nascere e crescere le imprese, investire in un capitale rischio, finanziare le attività, e oggi in particolare supportare tutti i processi di transizioni e innovazione. Come Fondo abbiamo 30 anni di storia che ci permettono di avere una esperienza e affidabilità per cui decliniamo i nostri interventi in un ampio spettro di attività. Una dimensione importante è quella del consolidamento delle iniziative delle Coop, così come disincagliare attività produttive in stallo o in crisi.
Ad esempio, il nostro intervento come Coopfond permettere la crescita di nuove opportunità di lavoro e di impresa coinvolgendo i lavoratori, le cui aziende sono entrate in difficoltà o sono chiuse. Con il nostro sostegno le maestranze sono diventate protagoniste di imprese e Coop rinnovate e produttive. Abbiamo promosso più di 1.200 interventi, un numero che da la dimensione dell’impegno di Coopfond, e anche della fiducia data alle startup che hanno potuto beneficiare dei nostri servizi.
Nel merito può dirci come funziona Coopfond. Ci sono ad esempio possibilità di ottenere contributi a fondo perduto o liberalità finalizzate per sostenere le iniziative?
Ci sono fondi di particolare utilità sociale, di fertilizzazione imprenditoriale e di servizio, di formazione, di ricerca e studio sul movimento cooperativo, si tratta del Fondo Promozione Attiva.
In questo ambito variegato di sostegni, come sono poi declinate queste risorse, nella realtà delle attività produttive?
Ci sono un ventaglio di possibilità, ad esempio per ‘Servizi Reali e Monitoraggio’ dedicati all’analisi economico-finanziaria di soggetti potenziali beneficiari degli interventi di capitalizzazione e finanziamento del Fondo o per il decollo di startup. Incentivi sono di sostegno al Mezzogiorno mediante una Sezione di attività ‘Fondo Promozione Attiva – Sezione Mezzogiorno’. Complessivamente le risorse destinate a questa tipologia d’intervento non possono superare i 2 milioni di euro ogni anno. Per rafforzare e rendere più efficace anche questa attività Coopfond, d’intesa con Legacoop, ha integrato nella propria compagine il Centro studi, ha aperto una nuova area interna dedicata alle relazioni con i territori.
C’è una attenzione particolare di Coopfond verso la diffusa presenza delle Coop nei territori?
Gli strumenti descritti possono mettere il Fondo in condizione di mettere a disposizione delle Legacoop territoriali e delle confederazioni settoriali strumenti conoscitivi utili a indirizzare gli investimenti e la crescita delle cooperative. Un’attività indispensabile per orientarsi in un mondo sempre più complesso e interconnesso come quello nel quale le cooperative si trovano quotidianamente ad operare.
Coopfond è una realtà solida, che ha obiettivi istituzionali di garanzia e aiuto precisi. Nel cambiare generazioni e modelli produttivi, quali orizzonti nuovi si aprono alla attività del Fondo mutualistico?
Nel nostro orizzonte c’è un impegno particolare per la sostenibilità, che significa non solo adottare pratiche di responsabilità, ma deve esserci una condivisione di impegni e prospettive. Sono condizioni necessarie per restare competitivi. In più oggi la pratica della sostenibilità deve essere integrata pienamente nella strategia aziendale. Sono processi delicati che non avvengono solo per enunciati, c’è un percorso da fare che prevede standard precisi da utilizzare e realizzare.
Le imprese cooperative aderiscono a questo sforzo di innovazione e sostenibilità?
In larga misura è un percorso obbligato, il ruolo di Coopfond è di dare aiuto alle imprese, fino alla premialità di quelle che puntano ad una svolta significativa verso sistemi produttivi sostenibili. Abbiamo una nostra piattaforma nazionale chiamata “Respira”.
Può illustraci il ruolo di “Respira” ?
È il punto di riferimento per favorire la nascita di Comunità energetiche rinnovabili in forma cooperativa. Quindi racchiude due prospettive quella di aiutare contemporaneamente l’ambiente e i conti delle famiglie e delle imprese. L’iniziativa è stata lanciata dal Fondo mutualistico Coopfond, Legacoop, Banca Etica ed Ecomill, piattaforma di crowdinvesting per la transizione energetica. La nostra presenza si può definire in due domande.
Quali? Fai parte di una comunità di cittadini? Sei una cooperativa? Allora lasciati guidare da ‘Respira’ attraverso tutte le fasi necessarie per l’avvio di una comunità energetica.
Quali azioni concrete mettete in campo?
Numerose, ad esempio, uno studio di fattibilità, affrontare gli aspetti tecnici, quelli giuridici funzionali alla costituzione e non solo, la raccolta capitale, la fase operativa con la gestione tecnica, commerciale ed amministrativa.
Un pacchetto di servizi “chiavi in mano” che rendono più semplice il processo, generando altresì benefit e vantaggi per le comunità e l’ambiente, attraverso ricadute di carattere economico ed ambientale.
Le norme sulle comunità energetiche tuttavia non sono ancora del tutto chiare. Come vi orientate?
Mancano ancora i decreti attuativi.
A livello europeo le decisioni sono imminenti. Tuttavia per essere puntuali sulle scelte, un conto è una Comunità un conto essere una Cooperativa energetica. La Coop per esperienza concede servizi migliori ad una comunità. Ci sono aspetti tecnici e altri di valore che il sistema cooperativo soddisfa in modo puntuale.
Tra le incertezze che oggi polarizzano l’economia, dalla inflazione, alla guerra, ai tassi Bce fino al calo dei consumi, cosa la preoccupa di più?
Certamente la guerra ci preoccupa. C’è una enorme incertezza, un mix di angoscia e timori, la lista in questo senso è lunga. C’è inoltre un aspetto che va considerato, ed è il problema più complesso.
Quale?
Le dinamiche delle varie difficoltà sono collegate tra loro. Guerra, inflazione, energia, produzione, materie prime. Di conseguenza le soluzioni richiedono un alto grado di complessità. Più che singoli problemi io vedo un tema di fondo, questa complessità di problemi e soluzioni genera molte incertezze sociali e imprenditoriali, con una forte ripercussione sulle competenze di un lavoro che cambia. La Coop in questo contesto può dire qualcosa in più perché in grado di partecipare agli eventi, alla loro evoluzione. Io leggo la complessità come fenomeno principale di sfida al cambiamento delle imprese.
Come vede il futuro? Ci sarà più necessità di Cooperazione di Fondo mutualistico, oppure si lascerà il passo come in altre attività, ad algoritmi e intelligenza artificiale?
Accanto ai risultati straordinari e alle potenzialità che si aprono, poi bisogna valutare il rischio. Io vedo degli “assaggi” di ciò che l’intelligenza artificiale può fare, tuttavia sappiamo anche i rischi sociali, di lavoro e di competitività che nascono nell’affidarsi alle soluzioni matematiche.
Può farci un esempio?
Vedo le ingiustizie degli algoritmi che colpiscono i lavoratori, o le bolle di “filtraggio”, per cui esperienza e dialogo non esercitano più il loro ruolo di comunicazione e di democrazia. Poi c’è il discorso più ampio che arriva alla sfera del potere, con la concentrazione di tecnologie straordinarie per impatto sociale in poche mani.
Un antidoto alle nuove forme di potere esclusivo?
Come Coopfond posso dire che diventa necessario incentivare la comprensione dei fenomeni e la mutualità dei rapporti. In pratica creare e condividere regole uguali.
Infine lei che è giovane ed è laureato in filosofia, che consigli darebbe a chi vuole impegnarsi nel mondo della cooperazione declinato in quello della promozione della mutualità?
Il consiglio per i giovani è quello di non aver paura nel proporre idee innovative. Servono visioni e proposte per il futuro. C’è una tensione continua tra presente e discontinuità. I giovani possono sintonizzarsi con i cambiamenti, i giovani possono avere una marcia più. Lo dico con determinazione, i ragazzi non devono aver il timore dedicarsi al futuro, è il loro tempo.
Cosa possiamo auspicarci per il sistema mutualistico della Coop e per il Paese?
Oggi ci sono i presupposti per un salto di qualità, bisogna lavorare bene su questo orizzonte.
Il nostro è un Osservatorio che ci permette di agire conoscendo sia le difficoltà, sia le potenzialità. Oggi c’è spazio per grandi processi di crescita, creare possibilità inedite. Sono fiducioso e la strada che possiamo imboccare ci permetterà di realizzare e vedere un mondo che può essere più aperto e giusto.