La Sicilia fa i conti con i numerosi incendi divampati sull’isola, nonostante le temperature si siano abbassate dopo l’ondata di calore di ieri che ha portato il termometro oltre i 41 gradi. Restano ancora alcuni focolai a Palermo, attorno ai monti del capoluogo, nella zona di Giacalone, frazione di Monreale, ed in provincia di Messina, mentre è tornato a soffiare un leggere vento di maestrale che dovrebbe scoraggiare l’azione dei piromani. Sarebbero, infatti, in buona parte di origine dolosa, gli incendi che hanno devastato buona parte dell’isola. In fiamme ettari di macchia mediterranea dal Trapanese alla provincia di Agrigento, dal Siracusano al Catanese. La Procura di Marsala ha aperto un’inchiesta per fare luce sull’incendio scoppiato a Pantelleria. Un fascicolo è stato aperto a carico di ignoti per incendio colposo, ma i sospetti che si tratti di un’azione dolosa sono fondati, visti i due punti di innesco delle fiamme riscontrati e la distanza tra essi. Gli inquirenti hanno acquisito le immagini dei rilievi fotogrammetrici e le analizzeranno per capire come il fuoco si sia innestato e si sia propagato, se in modo accidentale o seguendo dei binari voluti dalla mano dei piromani. A ogni modo, “un incendio colposo, causato dall’incuria umana non sarebbe da considerare meno grave di uno doloso”, ha commentato il procuratore di Marsala, Roberto Piscitello. Diciassette, stando all’ultimo aggiornamento, le diverse richieste d’intervento aereo pervenute alla Protezione Civile regionale, che coordina gli equipaggi dei Canadair e degli elicotteri di soccorso: per tutto il pomeriggio sono stati cinque i mezzi aerei contemporaneamente in volo, in particolare per spegnere le fiamme nelle campagne dei comuni di Carini, Torretta, Partinico e San Giuseppe Jato.