L’autotrasporto può pagare fino a 21 miliardi in più. Mentre dall’anno scorso gas ed elettricità costano oltre cinque volte di più sui mercati internazionali. Sono i dati dello studio Confcommercio-Nomisma, che giunge ad una conclusione: “Il sistema energetico italiano deve ridurre la dipendenza dalle forniture estere”.
Il peso del conflitto in Ucraina
Per le imprese del commercio, della ricettività e della ristorazione un aggravamento del conflitto, con l’eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia, potrebbe comportare una spesa energetica di quasi 30 miliardi di euro nel 2022, oltre il 160% in più rispetto al 2021. Nel contempo, la corsa del prezzo del petrolio, e quindi quello del gasolio, rischia di costare all’autotrasporto un incremento della spesa annua pari a 21 miliardi. Rincari insostenibili che avranno un impatto pesante sulla ripresa.
Ridurre la dipendenza esterna
Sono le stime di Confcommercio, in collaborazione con Nomisma Energia, sugli effetti del conflitto in Ucraina sulle imprese del terziario di mercato. Diventano quindi sempre più urgenti, secondo la Confederazione, “misure strutturali per risolvere i nodi del nostro sistema energetico, a cominciare dalla riduzione della dipendenza dalle forniture estere, dalla revisione della fiscalità energetica e dall’abbattimento degli oneri generali di sistema”.