Nel terzo trimestre del 2021 le esportazioni a prezzi correnti dei distretti agro-alimentari italiani proseguono su un sentiero di crescita che non si è mai arrestato, neanche in piena pandemia, e arrivano a sfiorare 5,6 miliardi (+8,9% tendenziale, +12,7% rispetto allo stesso periodo del 2019). I valori esportati quasi eguagliano quanto realizzato nel secondo trimestre del 2021 e rappresentano il terzo miglior risultato di sempre (dopo il record segnato nel quarto trimestre del 2020). È quanto emerge dai dati del monitor dei Distretti agroalimentari della Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo.
Il bilancio dei primi nove mesi del 2021 raggiunge quota 16,4 miliardi, cifra che non era mai stata raggiunta nei primi nove mesi dell’anno (+9,8% tendenziale, +14,1% rispetto ai primi nove mesi del 2019). Le esportazioni distrettuali agro-alimentari proseguono quindi a gonfie vele verso il traguardo dei 20 miliardi per fine anno, cifra record già raggiunta nel 2020. I distretti dei vini si lasciano alle spalle il risultato negativo del 2020 e realizzano nei primi nove mesi del 2021 una crescita a due cifre sia nel confronto con il 2020 (+14,6%) che con il pre-pandemia (+11,7%). Maggior contributo dal distretto dei Vini di Langhe, Roero e Monferrato che cresce di oltre 200 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2019 (+17,9% tendenziale; +16,3% rispetto al pre-pandemia). Ottima performance anche per i Vini dei colli fiorentini e senesi, che realizzano 87 milioni di export in più rispetto al pre-crisi (+23,9% tendenziale; +17% rispetto allo stesso periodo del 2019).
Vola l’export dei distretti agricoli, che nel complesso realizzano 500 milioni in più rispetto al periodo gennaio-settembre 2020. Tutti i distretti sono oltre i livelli pre-crisi: si distinguono in particolare la Nocciola e frutta piemontese (+34% tendenziale e +35,6% rispetto al pre-crisi) e il Florovivaistico di Pistoia (rispettivamente +37,3% e +39,3%). Ottima performance nei primi nove mesi del 2021 anche per i distretti della pasta e dolci, in primis Dolci di Alba e Cuneo (+15,3% tendenziale, +13,6% rispetto al pre-pandemia) e il comparto pasta dell’Alimentare di Parma (rispettivamente +3,1% e +31,3%). Forte recupero nel periodo gennaio-settembre anche per i distretti delle carni e salumi (+16,4%) dopo un 2020 chiuso in sostanziale parità. Trainano la crescita le Carni di Verona (+16,7% tendenziale e +22,7% rispetto ai primi mesi del 2019) e i Salumi del Modenese (rispettivamente +20% e +12,5%). “Soffre” nel confronto con un 2020 da record la filiera delle conserve (-5,4% tendenziale), che si posiziona comunque nei primi nove mesi del 2021 su livelli superiori rispetto allo stesso periodo del 2019 (+4,6%). Frena la crescita il comparto conserve dell’Ortofrutta e conserve del foggiano (44 milioni in meno rispetto al pre-crisi). Stessa dinamica per la filiera del riso (-6,7% tendenziale ma +5,8% rispetto ai primi nove mesi del 2019).
In sostanziale parità nei primi nove mesi del 2021 la filiera dell’olio (-0,9% tendenziale; +6% rispetto allo stesso periodo del 2019). Molto positiva anche l’evoluzione dei distretti del lattiero-caseario (+17,5%) in forte recupero rispetto al pre -pandemia (+13,8%); crescono a due cifre i distretti del caffè (rispettivamente +12,9% e +20,4%); porta a casa un risultato positivo la filiera dell’ittico (+19,2% tendenziale) anche se non recupera il gap rispetto al pre-crisi (-4,1%). Infine, per quanto riguarda i paesi di destinazione dell’export, nei primi nove mesi del 2021 si registrano risultati positivi verso tutti i principali partner commerciali: in primis Germania (+5,7% tendenziale), Stati Uniti (+16,2%) e Francia (+9,6%). In calo i flussi verso il Regno Unito (-8,7%), che dal primo gennaio 2021 non è più parte del territorio doganale e fiscale dell’Unione Europea.