Chris è un piccolo imprenditore. Ha un bar a Toronto e ha di recente lanciato una campagna di crowdfunding. A volte gli aiuti del governo non bastano, ammette.
Chris non è solo. Ristoranti, locali di musica e teatri, palestre e saloni di bellezza rappresentano la maggior parte delle aziende che hanno cominciato a chiedere aiuto direttamente ai propri clienti. Daniel Tsai, professore di economia dell’Università di Toronto, ha spiegato che tutto ciò indica “un livello di disperazione da parte di queste imprese”. E “se il governo ti ha deluso e se le banche ti hanno deluso, questa è l’opzione che ti resta”.
Secondo una delle più grandi piattaforme di crowdfunding, l’americana GoFundMe, “siamo in presenza di problemi sistemici di lungo periodo con cui molte aziende dovranno continuare a fare i conti”. Tuttavia, la questione sembra essere più larga. Secondo un’altra piattaforma di crowdfunding, la britannica JustGiving, sebbene ci sia stata un’esplosione delle campagne di crowdfunding tra il prima e durante la pandemia, vuoi per la maggiore conoscenza di questo strumento finanziario, vuoi perché la gente è più propensa a farne uso, il dato che balza all’occhio è che l’aumento più significativo delle campagne vada sotto alcune parole chiave come “affitto, terapia, sfratto, disoccupato, chirurgia o disagio”. In altri termini, c’è un grande bisogno d’aiuto, a partire dai fondamentali.
Anche in Italia sono molti coloro che hanno deciso di unire le forze per provare a reagire in modo costruttivo all’attuale stato delle cose. Oggi si chiude la terza campagna di crowdfunding civico lanciata dal Comune di Milano in collaborazione con Produzioni dal Basso . L’obiettivo è prendersi cura del proprio spazio, dei propri quartieri.
Intesa Sanpaolo ha lanciato un programma di crowdfunding teso a finanziare oltre 30 progetti con l’obiettivo di creare un ponte generazionale a partire da tre temi chiave: sostenibilità ambientale, inclusione sociale e accesso al mercato del lavoro per le persone in difficoltà. “Il nostro comportamento e modo di agire quotidiano guardano infatti con sempre più determinazione a tali istanze”, ha commentato Stefano Barrese, a capo della Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, “con un’attenzione particolare alle specificità espresse dai singoli territori”.
Queste storie, seppur da diverse angolazioni, ci suggeriscono che c’è disperazione si, ma anche voglia di reagire, c’è voglia di tornare insieme a essere protagonisti delle nostre vite, c’è voglia di fare comunità oltre la solidarietà, di prendersi per mano con fiducia. Trovo che questa sia una delle più belle eredità di questa pandemia e, allo stesso tempo, uno straordinario messaggio perché ci dice, senza troppi giri di parole, che senza un’attitudine positiva, nonostante tutto, sarà molto difficile andare avanti.
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