mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Cuisine Moderne

Lenticchie a capodanno, fortuna tutto l’anno!

Il cibo benaugurante delle feste per eccellenza è la lenticchia. Si dice che se si mangia a capodanno si ha fortuna e soldi per tutto l’anno!

Di certo gli italiani non rinunciano a questa tradizione. Accompagnate da cotechino o con la pasta o semplicemente con qualche foglia di alloro, sulle tavole degli italiani con il brindisi di mezzanotte del 31 dicembre le lenticchie sono una tradizione assolutamente immancabile.

La storia della lenticchia si perde nella notte dei tempi. Sembra siano originarie dell’Egitto e poi diffuse nel resto del mondo. Oggi per noi significano festa, tuttavia nella storia gli aneddoti legati a questo legume non sono stati sempre positivi e riferiti alle festività.

Emblematica risulta la storia di Esaù che secondo la Bibbia, al ritorno dal combattimento rinunciò a tutti i suoi diritti di primogenitura (quindi a diventare guida del popolo ebraico) per trasferirli al fratello, in cambio di un pasto a base di lenticchie! Da questo episodio nasce proprio l’affermazione: “vendersi per un piatto di lenticchie”.

Anche il noto scrittore de I Tre Moschettieri, Alexandre Dumas, noto anche come esperto di cucina e autore alla fine dell’800 il testo “Grande Dizionario della Cucina”, non esaltava questo alimento e lo considerava povero e pessimo.

Al tempo dei romani, invece, la lenticchia era un bene importante, nonché oggetto scambi commerciali nel mediterraneo.

L’Italia ha un incredibile patrimonio di biodiversità anche per quanto riguarda le lenticchie, e offre davvero tante varietà che si differenziano per forma colore, grandezza, tanto che è il paese che al momento ne contempla il numero maggiore.

Oggi, faremo una carrellata di lenticchie tra le più pregiate e rare del mondo, con un occhio di riguardo per il nostro paese ovviamente!

Lenticchia di Castelluccio di Norcia
Rende celebre la produzione dei monti Sibillini e dell’Umbria, nella zona di Castelluccio, dove sulla piana di questa località ogni anno la fioritura è particolarmente suggestiva. Qui, nasce una lenticchia tra le più apprezzate del nostro paese, buccia sottile, tempo di cottura di una ventina di minuti, colore verde, leggermente schiacciata.

Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio in Abruzzo è una di quelle località avvolte da fascino e storia, qui siamo nel parco del Gran Sasso, ad un’altitudine notevole, 1200m s.l.m. Si produce una lenticchia saporita e molto piccola, in questa zona diffusa da secoli. Cucinata semplice con un ottimo olio extravergine di zona è incredibilmente gustosa. Date le dimensioni si cucina rapidamente e senza ammollo.

Lenticchia di Rascino
Presidio Slow Food del Lazio, viene coltivata nella zona al confine con l’Abruzzo, l’Altopiano di Rascino, si trova nel comune di Fiamignano, 1300m s.l.m., in provincia di Rieti. La coltivazione avviene vicino alle piantagioni di farro ed irrigata dalle acque che vengono dalla fonte del parco della Peschiera.

Piccola di colore marrone, ha una cottura leggermente più lunga delle prime due e necessita ammollo. Storicamente i pastori della zona la consumano insieme al farro e al grano tipico del territorio, il biancòla.

Lenticchia di Altamura
Le Murge fanno da scenario alla crescita di questa lenticchia, tra Puglia e Basilicata nasce pregiata e nota a molti per il suo caratteristico colore verde e la dimensione grande, ma può variare a seconda delle sotto tipologie che caratterizzano questa zona. Queste lenticchie necessitano di ammollo (almeno 12 ore) e cottura più lunga delle altre proprio per la loro dimensione.

Lenticchia di Villalba
La Sicilia, riserva sempre sorprese incredibili dal punto di vista agricolo, qui nella località di Villalba, viene prodotta una lenticchia molto diffusa in tutto il nostro paese fino alla metà del 900, si tratta di un presidio Slow Food che ha delle caratteristiche incredibile dal punto di vista nutritivo, infatti contiene molto più ferro e proteine delle altre, questo la rende ottima per il consumo di chi ha bisogno di tenere una alimentazione povera di grassi e ricca di nutrienti. Si cuoce il 30 minuti previo ammollo.

Lenticchia di Mormanno
Sempre nel nostro sud, nel cuore del Parco Nazionale del Pollino, il paese di Mormanno – si coltiva da secoli una varietà di lenticchia dal seme molto piccolo e dal colore che varia dal rosa al verde. Dopo diversi decenni di abbandono, si è deciso di ripristinare la coltivazione. Si tratta di una lenticchia molto leggera, dalla buccia sottile cucinata soprattutto nella zuppa con abbondante peperoncino locale.

Lenticchia di Ustica
Di piccolo formato, un lenticchia rara. Coltivata su terreno vulcanico e di colore marrone scuro, la lenticchia di Ustica è usata per i primi piatti con la pasta ma anche per le zuppe spesso arricchite con del finocchietto selvatico, erba che nasce spontaneamente in tutta l’isola. Non necessita di ammollo e ha un tempo di cottura di circa 40 minuti.

Lenticchie di Puy

Lenticchia di Puy
Al pari delle nostra lenticchia di Ustica la varietà definita di Puy ha un colore verde ed è una specialità francese dell’Alta Loira. La lenticchia verde di Puy è un ingrediente di denominazione d’origine controllata molto rinomato ed usato nell’alta gastronomia.  La presenza di questa coltivazione della regione di Puy-en-Velay risale a più di 2000 anni fa. Sono coltivate sulle alte piane laviche di Velay, dove la lenticchia verde beneficia di un microclima particolare, per questo è molto rinomata.

Lenticchia beluga asiatica

Lenticchie beluga

Il suo fascino è dovuto soprattutto alla forma arrotondata, nera e piccola, questa sua caratteristica la fa somigliare al caviale, per questo si chiama “beluga”. Contiene più antiossidanti delle altre lenticchie. Per la cottura non serve ammollo servono 25 minuti di bollitura.

Una piccola produzione di queste lenticchie nere c’è anche in Sicilia.

Lenticchie egiziane rosse
Si tratta di lenticchie piccolissime dal colore rosso provenienti dal Nord Africa. Non necessitano di ammollo e cuociono velocemente, però non restano intere tendono a rompersi in cottura. Per questa ragione possono essere consumate nel Koshari, il piatto unico egiziano, oppure servite come purea o in accompagnamento al cous cous. In generale non sono indicate per capodanno perché non mantengono la consistenza.

Lenticchie indiane gialle
Il loro nome è mong dhal, sono le grosse lenticchie gialle indiane decorticate, quindi adatte per zuppe e purè, di solito vengono abbinate a latte di cocco e si preparano speziate per i piatti indiani. Ovviamente non sono particolarmente adatte per il nostro capodanno.

Con l’augurio di trovare la lenticchia giusta e propiziatoria per il nuovo anno, vi auguro buon 2021!

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