venerdì, 22 Novembre, 2024
Lavoro

I dati Inail. La Uil: infortuni, crescita record, nel 2020 già 117 morti in più rispetto ai primi sette mesi del 2019. Situazione inaccettabile

Di lavoro si continua a morire per infortuni che nel 2020 stanno raggiungendo un record negativo da far presagire nuovi timori per i prossimi sei mesi. Non si tratta di Covid ma di gravi infortuni. Nei primi sette mesi del 2020, sono stati 117 in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Un dato allarmante che suscita apprensione tra i sindacati.

“Sono stati pubblicati, il 31 agosto, i dati sulle denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail, al 31 luglio 2020”, fa presente la Uil, “Nonostante un calo complessivo delle denunce di infortunio sul lavoro (288.873 vs 378.671 nello stesso periodo del 2019), sono state 716 le denunce di infortunio con esito mortale nei primi sette mesi del 2020, 117 in più rispetto allo stesso periodo del 2019”. Una crescita di infortuni che lascia interdetti se poi si considera anche le settimana di blocco del lavoro.

“Numeri inaccettabili, tanto più se si considerano le tante lavoratrici e i tanti lavoratori in smart working”, osserva l’Unione Italiana lavoratori che illustra i numeri che si sono abbattuti sulla sicurezza del lavoro, “644 i lavoratori maschi deceduti a fronte di 72 lavoratrici. Quasi tutti di nazionalità italiana: 609; la maggior parte nella fascia di età 50-64 anni: 417; e più di un terzo nel Nord-Ovest: 37%”. I dati Inail aprono una altra emergenza quella dei lavoratori fragili, che rischiano per una risalita dei contagi e un ritorno ai ricoveri. Una situazione ad alto rischio che la Uil vuole scongiurare.

“Considerando tali dati e l’evidente impatto che la diffusione della pandemia ha avuto sull’incremento delle denunce, al 31 luglio 2020 sono state 276 le denunce di infortunio con esito mortale a seguito di Covid-19 pervenute all’Inail; chiediamo”, sollecita il sindacato, “che venga posta attenzione, oltre al richiamo del rispetto dei protocolli sulla sicurezza, ai tanti lavoratori e lavoratrici cosiddetti “fragili” del settore privato e pubblico sia in termini di sorveglianza sanitaria che di sostegno al reddito”.

Infine un richiamo della Uil sul rispetto e verifica degli standard di sicurezza. “L’attenzione sulla sicurezza va mantenuta alta”, conclude il sindacato, “non solo rispetto all’emergenza Covid-19, ma in un quadro più ampio e generale, rispetto al quale non possiamo abbassare la guardia”.

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