Dire spreco oggi è come bestemmiare. Gettare al macero tonnellate di prodotti agricoli rappresenta un insulto non solo etico ma anche sociale, economico e spirituale. L’impegno è recuperare, tutelare e distribuire ciò che il mercato – che non è sempre la risoluzione di tutti i mali – butta via. A lanciarsi in questo progetto è Legambiente e la catena di punti vendita NaturaSì che in sinergia conta nodi raccogliere lciò che i consumi scartano.
In Italia e nel resto d’Europa il 21% dello spreco di frutta e verdura, secondo i dati Fao, avviene direttamente nei campi. Alimenti che vengono scartati, lasciati sui terreni o utilizzati per fare compost, spesso a causa di imperfezioni, di mancata adesione agli standard che l’industria alimentare ha imposto in un primo momento ma che è poi diventata una condizione essenziale per l’accettazione da parte dei consumatori.
“Recuperando e mettendo in commercio quello che è appena più piccolo, o appena più grande, o appena diverso, passiamo da un 20% circa di prodotto scartato sui nostri campi a un massimo, quasi fisiologico, del 4%”, spiega Fausto Jori, “Nei nostri 500 negozi sono presenti da oggi quelli che abbiamo chiamato i ‘Ogni giorno’, il nostro sistema produttivo rifiuta una quantità enorme di cibo solo perché non è omogeneo nella forma e nella dimensione. Cibo meno ‘bello’ insomma ma buono lo stesso, che non incontra un ideale di ‘perfezione’ o di ‘standard’, che viene sprecato o non utilizzato a fini alimentari. In Italia si calcolano 36 chili di cibo a testa perduti ogni anno lungo tutta la catena di produzione, distribuzione e consumo”.
“Lo spreco di cibo è uno dei problemi che affrontiamo da anni, attraverso un’azione costante della nostra rete territoriale impegnata a promuovere azioni concrete e a sensibilizzare i cittadini sugli stili di vita sostenibili anche nel consumo alimentare”, fa presente Stefano Ciafani, Presidente nazionale di Legambiente, “In un periodo di emergenza socio-economica come quello che il Paese sta attraversando, l’iniziativa in collaborazione con NaturaSì va nella giusta direzione, perché valorizza ulteriormente l’offerta di prodotti bio, con un impatto positivo sull’ambiente e sulla salute di ciascuno di noi. In questa nuova fase, siamo chiamati a ripensare i nostri modelli di consumo e a orientare le nostre scelte, anche e soprattutto tra gli scaffali, abbandonando le logiche di consumismo basate sulla standardizzazione dei prodotti agricoli e privilegiando alimenti che garantiscano un uso ecologico ed etico delle energie e delle risorse impiegate per la loro produzione. È una delle sfide su cui serve senz’altro confrontarsi anche a livello nazionale, nell’ambito del Green Deal europeo, per promuovere sempre di più l’agroecologia del nostro Paese. Serve maggiore concretezza per impedire gli sprechi alimentari, tra i fattori che contribuiscono all’aumento delle emissioni di gas climalteranti. Questa nuova iniziativa della nostra collaborazione strategica con NaturaSì è anche una risposta alla sempre più urgente lotta alla crisi climatica”.