martedì, 25 Marzo, 2025
Economia

Inflazione in rialzo: a gennaio +1,5%, pesa il caro energia

L’Istat conferma l’accelerazione. Confesercenti lancia l’allarme: “Necessario un intervento governativo sulle bollette”

L’inflazione in Italia torna a crescere. Secondo i dati diffusi ieri dall’Istat, nel mese di gennaio 2025 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, ha registrato un incremento dello 0,6% rispetto a dicembre 2024 e dell’1,5% su base annua. La crescita dei prezzi è principalmente dovuta al forte rincaro dei beni energetici regolamentati, il cui aumento tendenziale è passato dal +12,7% di dicembre al +27,5% di gennaio. L’Istituto di statistica conferma che l’accelerazione dell’inflazione è parzialmente mitigata dal rallentamento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti, scesi dal +3,6% di dicembre al +2,5%. Nel complesso, la cosiddetta ‘inflazione di fondo’, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile al +1,8%, mentre quella calcolata escludendo solo i beni energetici mostra una lieve crescita, passando dal +1,7% al +1,8%.

La principale causa della crescita dell’inflazione è legata all’aumento del costo dell’energia. Il rincaro dei beni energetici regolamentati pesa sulle famiglie e sulle imprese, incidendo direttamente sulle bollette e sui costi di produzione. Anche i beni energetici non regolamentati, seppur ancora in calo rispetto all’anno precedente, vedono ridursi la loro flessione, passando dal -4,2% di dicembre al -3,0% di gennaio.

Aumenti selettivi

Parallelamente, il carrello della spesa si mantiene stabile, con un tasso di crescita annuo dell’1,7%. I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, non hanno subito variazioni significative rispetto al mese precedente, contribuendo a contenere l’effetto complessivo dell’aumento dell’inflazione sulle famiglie. Dal lato dei servizi, il tasso di crescita dei prezzi rimane stabile al +2,6%, ma con differenze significative tra i vari comparti. Se i servizi legati ai trasporti registrano un rallentamento (+2,5% rispetto al +3,6% di dicembre), quelli ricreativi, culturali e per la cura della persona continuano a crescere, passando dal +3,1% al +3,3%.

Questa dinamica ha portato a una riduzione del differenziale inflazionistico tra beni e servizi, che si attesta ora a +1,9 punti percentuali rispetto ai +2,4 punti percentuali di dicembre.

Così Confesercenti

L’incremento dell’inflazione, trainato dal caro energia, preoccupa non solo le famiglie ma anche le imprese, in particolare quelle del terziario. Confesercenti, in una nota ufficiale, ha sottolineato il rischio di un aggravio complessivo sulle bollette di circa 2,6 miliardi di euro per il 2025 rispetto all’anno precedente. “Il ritorno dell’inflazione rischia di frenare ulteriormente una crescita economica già debole, con un effetto domino sui prezzi al consumo e sulla capacità di spesa delle famiglie” – avverte l’associazione –. “Per questo, è necessario che il governo acceleri sul decreto bollette e adotti misure tempestive per mitigare l’impatto dei costi energetici sulle imprese e sui consumatori”.

Confesercenti propone l’istituzione di un fondo per ridurre accise e oneri sull’energia, considerandolo essenziale per evitare ulteriori pressioni sui prezzi e il conseguente effetto a cascata sul sistema produttivo nazionale.

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