Alla burocrazia italiana sui conti dello Stato si somma quella europea, un dedalo che per la Confcommercio rappresenta un ulteriore ostacolo alla partecipazione dei cittadini alle scelte e decisioni economiche del Governo. “Il difetto principale delle nuove regole di bilancio europee è l’eccessiva complessità. Viene così delusa la legittima aspettativa di poter disporre, finalmente, di un sistema di conteggi semplice, chiaro e condivisibile, almeno nelle linee generali, dall’opinione pubblica”. Osserva il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, Mariano Bella, in audizione davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato sul nuovo Piano strutturale di bilancio. “Il Piano rappresenta una sfida complessa”, commenta Bella, “da un lato, richiede l’attuazione di una politica fiscale responsabile e prudente, orientata alla riduzione del deficit, con particolare attenzione alla gestione della spesa netta e un rigoroso processo di razionalizzazione della spesa pubblica. Dall’altro, la sostenibilità del debito pubblico a medio termine, alla luce del nuovo Patto di Stabilità europeo e dell’esperienza del Pnrr, rende indispensabile la programmazione e l’implementazione di riforme e investimenti capaci di stimolare l’occupazione, la produttività e la crescita”.
Investimenti pubblici e privati
“Il successo di questo percorso”, evidenzia il direttore dell’Ufficio Studi di Confcommercio, “sarà strettamente legato agli investimenti pubblici e privati, cruciali per affrontare la transizione digitale e sfruttare il potenziale dell’intelligenza artificiale, così come la transizione energetica e le sfide della sostenibilità ambientale. Il tutto dovrà essere sviluppato in una logica di convergenza con la sostenibilità economica e sociale, rispettando il principio della neutralità tecnologica. Per quanto riguarda occupazione, produttività e crescita, il settore terziario di mercato può giocare un ruolo fondamentale: nel 2023 ha rappresentato il 43,6% del Pil e il 50,5% dell’occupazione del nostro Paese”
Ripristinare il ciclo redditi-fiducia-consumi
Per la Confcommercio lo scenario macroeconomico e gli obiettivi del Piano sono credibili. “La battuta d’arresto che stimiamo per il terzo trimestre del 2024 non mette in discussione la possibilità di raggiungere rapidamente la riduzione del deficit nominale”, sottolinea Bella, “è comunque importante ripristinare il funzionamento del circuito redditi-fiducia-consumi. Nonostante la maggiore occupazione e i maggiori salari derivanti dai rinnovi contrattuali, i consumi delle famiglie languono. Stimiamo che possano tornare a crescere nei prossimi mesi, anche grazie a una politica monetaria meno restrittiva e alla conferma per il 2025 delle indispensabili riduzioni del carico fiscale. Il difetto principale delle nuove regole di bilancio europee è l’eccessiva complessità. La complessità non giova alla partecipazione dei cittadini al grande progetto collettivo di un’Europa più competitiva, più prospera, più solidale”,
Capitale umano e revisione Irpef
“In ogni caso”, osserva ancora Bella, “riforme e investimenti per valorizzare il capitale umano, una riorganizzazione del sistema fiscale che includa una revisione organica dell’Irpef e una solida strategia per incentivare l’occupazione, soprattutto femminile, e gli investimenti, insieme all’apertura dei mercati per favorire il pluralismo imprenditoriale, l’innovazione tecnologica e organizzativa, e una maggiore efficienza nei trasporti e nella logistica, sono elementi chiave per aumentare la produttività. E la crescita della produttività nel settore dei servizi può dare un contributo decisivo alla crescita complessiva del nostro Paese”.
Piano prudente e rientro del deficit
Per Luigi Taranto, segretario generale di Confcommercio-Imprese, inoltre, “Il Piano Strutturale di Bilancio di medio termine è una prova sfidante: perché si tratta di praticare la responsabilità di una politica fiscale prudente per il rientro dal deficit eccessivo ponendo sotto controllo, in particolare, l’aggregato della spesa netta e misurandosi con un impegnativo processo di razionalizzazione della struttura della spesa pubblica”. “Ma anche perché, alla luce del riformato Patto di Stabilità europeo e dell’esperienza del Pnrr”, osserva Taranto, “la sostenibilità di medio termine del debito pubblico chiama in causa la necessità di programmare ed attuare un’agenda di riforme e investimenti capaci di stimolare occupazione, produttività e crescita potenziale”.
Terziario moto di occupazione e sviluppo
“Un’agenda”, commenta il segretario generale di Confcommercio-Imprese, “in cui saranno centrali gli investimenti pubblici e privati necessari per misurarsi tanto con la transizione digitale e con potenzialità e impatti dell’intelligenza artificiale, quanto con la transizione energetica e le esigenze di sostenibilità ambientale secondo un’ottica di piena convergenza con la sostenibilità economica e sociale, a partire dal rispetto del principio di neutralità tecnologica. Quanto all’occupazione”, conclude Taranto, “alla produttività e alla crescita, un contributo particolarmente rilevante potrà venire dal terziario di mercato che, nel 2023, ha contribuito per il 43,6% alla formazione del prodotto del nostro Paese e per il 50,5% alla costruzione dell’occupazione”.