“Proprio per non vanificare l’abnegazione di medici e personale sanitario, oltre ai Dispositivi di Protezione e ai Tamponi, chiediamo di: Rafforzare il Territorio, vero punto debole del Servizio Sanitario Nazionale, con la possibilità per squadre speciali, nel decreto ministeriale del 10 Marzo, definite ‘USCA’; di essere attivate immediatamente in tutte le Regioni – molte delle quali soprattutto al Sud non sono ancora partite – In maniera omogenea, senza eccessiva burocrazia, avvalendosi dell’esperienza di noi tutti nel trattare precocemente i pazienti, anche con terapie off label, alcune delle quali peraltro già autorizzate dall’ AIFA”.
Lunga e appassionata premessa di un mega gruppo di circa 100 mila Medici impegnati in prima linea, che in una pagina Facebook (Coronavirus, Sars-CoV-2 e COVID 19 gruppo per soli medici) hanno postato una lettera inviata al Ministro della Salute, Roberto Speranza alle Regioni e alla Fnomceo. “Siamo giunti”, si legge nel documento, “alla conclusione che il trattamento precoce può fermare il decorso dell’infezione verso la malattia conclamata e quindi arginare, fino a sconfiggere l’epidemia. Il riconoscimento dei primi sintomi, anche con tamponi negativi / come abbiamo avuto modo di constatare nel 30% dei casi – è di pura pertinenza Clinica, e pertanto chiediamo di mettere a frutto le nostre esperienze cliniche, senza ostacoli burocratici nel prescrivere farmaci, tamponi, Rx e/o TC, ecografia polmonare anche a domicilio, emogasanalisi, tutte cose che vanno a supportare la Clinica, ma che non la sostituiscono”.
“Lo chiediamo”, precisano i medici, “indipendentemente dagli schieramenti politici e/o da posizioni sindacali, lo chiediamo come Medici che desiderano ed esigono svolgere il proprio ruolo attivamente ed al meglio, dando un contributo alla collettività nell’interesse di tutti. Lo chiediamo perché tutti gli sforzi fatti finora col distanziamento sociale, non vadano perduti, paventando una seconda ondata di ricoveri d’urgenza dei pazienti tenuti in sorveglianza attiva per 10-15 giorni, ma che non sono stati visitati e valutati clinicamente e che ancora sono in attesa di tamponi”.
“La mappatura di questi pazienti, asintomatici o paucisintomatici”, conclude la missiva, “e di tutti i familiari dei casi conclamati è oltremodo indispensabile per non incorrere in un circolo vizioso, con ondate di ritorno dei contagi appena finirà il lock down”. L’iniziativa è stata subito commentata positivamente dal Presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo), Filippo Anelli, “Condivido totalmente il contenuto della lettera aperta inviata dai colleghi e li ringrazio per le loro sollecitazioni”.
“Molti dei temi sollevati dall’intervento dei colleghi sono stati da noi affrontati”, continua Anelli, “In primo luogo, il tema della sicurezza e la richiesta di assicurare ad ogni sanitario i dispositivi di protezione individuale; l’esecuzione dei tamponi a tutti gli operatori sanitari; la richiesta e il sostegno all’Aifa per la decisione di utilizzare a domicilio l’idrossiclorochina e degli antivirali“.