Secondo l’elaborazione dell’Osservatorio economico di Unioncamere Sicilia, per la prima volta da quando esistono le statistiche di settore, le vendite all’estero della manifattura siciliana vanno a gonfie vele e superano il 50% del valore dell’export dei prodotti petroliferi raffinati, che da sempre rappresentano la preponderante voce della bilancia commerciale dell’Isola. Infatti, in una congiuntura internazionale negativa – tra guerre, tassi alti, cambi sfavorevoli e calo della domanda di carburanti e di chimici, in cui persino la “locomotiva” Lombardia si è fermata ad un modesto +1,64% e l’intero Paese a +1,04% -, nel terzo trimestre di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2022, l’export della Sicilia è cresciuto in tutti i settori, tranne, appunto, i prodotti petroliferi raffinati e i chimici.
Fabbisogno energetico
Fra i settori a maggiore dinamismo, la Sicilia ha fortemente contribuito alla copertura del fabbisogno energetico nazionale con un boom di petrolio greggio e gas naturale (+15.390,56%) e di carbone (+223%). Fra gli altri principali incrementi, si osservano gli apparecchi elettrici (+76%), i macchinari (+26%), le provviste di bordo (+46,95%), i prodotti del trattamento rifiuti (+72,90%), i minerali metalliferi (+143,80%), i prodotti della silvicoltura (+101%), i prodotti delle attività artistiche e di intrattenimento (+25,64%), i prodotti delle altre attività di servizi (+100%).Coerentemente con questo scenario, è aumentato l’export di tutte le province siciliane, tranne le tre condizionate dalle attività di raffinazione: Siracusa, -26,91%, Messina, -10,69%, Ragusa, -15,53%.
Transizione green e digitale
“L’analisi dei dati – commenta Pino Pace, presidente di Unioncamere Sicilia – conferma che l’economia siciliana ha decisamente imboccato la strada della transizione ecologica e digitale e che è possibile costruire un modello di sviluppo alternativo al petrolio e basato sulla decarbonizzazione, investendo sul turismo tutto l’anno, sulla produzione agroalimentare, sulla mobilità green e sulle fonti alternative, sulle nuove tecnologie a servizio di una manifattura sempre più attrattiva”. “Nonostante la siccità e gli incendi – aggiunge Santa Vaccaro, segretario generale di Unioncamere Sicilia – c’è una incoraggiante ripresa dell’export dell’agricoltura (+7,55%), nonché della pesca (+11,21%) grazie all’aumento della domanda dai mercati del Nord e alle innovazioni nel settore della trasformazione del pescato. Bene anche la vendita di legno, carta e loro prodotti (+3,15%). Tutti segnali di un ritorno in chiave innovativa e competitiva alle attività legate alla natura, che è la prima risorsa della nostra Isola”.