domenica, 15 Dicembre, 2024
Cultura

Un esperimento col tempo: intervista a Daniele Ghisi e Tonino Battista

Il progetto musicale che racconto oggi, parte da lontano: John W. Dunne (1875-1949), un ingegnere aeronautico, filosofo e amante di pesca, pubblicava nel 1927 An Experiment with Time, lo stesso anno di Sein und Zeit di Heidegger. An Experiment with Time è un libro sui suoi sogni precognitivi e una teoria del tempo che in seguito chiamò “Serialismo”. I libro fu ampiamente letto, sebbene non sia mai stato accettato dagli scienziati o dai filosofi tradizionali, da allora ha influenzato la letteratura immaginativa. Dunne eseguì un esperimento su sé stesso, contando quanti dei suoi sogni contenessero premonizioni e quanti di essi contenessero ricordi. Il fatto che questi due numeri essenzialmente corrispondessero gli fece concludere che, mentre dormiva, tutti i momenti dovessero accadere contemporaneamente. Ed è proprio a partire da questo testo che il Maestro Tonino Battista, Direttore della Parco della Musica Contemporanea Ensemble, e il Maestro Daniele Ghisi, hanno creato un’opera musicale immersiva e multisensoriale, che dimostra ancora una volta quanto passato e futuro parlino la stessa lingua, figli dello stesso esperimento del tempo. L’installazione audio e video An Experiment with Time è un viaggio attraverso tre diversi cicli temporali, i loro sogni e la costruzione di una macchina dilatatrice del tempo.

 Questo è quello che raccontano nella doppia intervista:

Maestro Battista ci racconti qual è la commistione possibile tra scienza e musica, come dimostra la vostra partecipazione al Festival delle scienze.
Per me e per il Parco della Musica contemporanea Ensemble, la partecipazione al Festival delle Scienze è una consuetudine che ci interpella e ci costringe a ricercare sempre nuove risposte. Quest’anno, quando l’organizzatore mi ha chiesto di fare una proposta, non ho avuto dubbi, vista anche la tematica portante del Festival “l’immaginario”, la mia scelta è ricaduta su Daniele Ghisi e la sua opera “An experiment with time. Si tratta di un’opera polisemica in cui è presente musica dal vivo, musica elettronica realizzata in studio e immagine.

L’immaginario è una costituente del PMCE, quanto conta per lei?
La musica è un insieme di molte cose,. Per questo, con le nostre programmazioni, cerchiamo di andare in direzioni diverse, poiché tutto fa parte dello stesso mondo, costituito da suoni, idee e creatività.

Maestro Ghisi, ci racconti il suo percorso e perché la scelta di Parigi come luogo di evoluzione artistica.
Ho iniziato il conservatorio molto giovane, il mio Maestro storico e Stefano Gervasoni, che resta ancora oggi uno dei miei modelli di riferimento, anche se come estetica mi sono un po allontanato. È a vent’anni più o meno scopro la musica elettronica scopro il la tecnologia elettronica e mi si apre un altro mondo in particolare si apre un’altra fase della mia vita. Vado a Parigi all’icam in pellegrinaggio, come credo un sacco di compositori della mia generazione, e di quella precedente a me, e mi trovo benissimo perché lì il campo è un posto splendido e per me è il modello di coniugazione tra produzione musicale e ricerca, che è uno degli aspetti che mi interessano anche molto: ricerca sulla tecnologia, ricerca sul pensiero musicale e da lì inizia un percorso di vita che mi porta a scrivere molto più con elettronica, a fare un sacco di musica mista, i cui strumenti ed elettronica suonano insieme ed è una sfida che bisogna sempre un po giocare in presenza, con con i livelli giusti, con la presenza giusta delle performance in live. Questo è il passaggio fondamentale che a vent’anni mi ha aperto gli occhi.

Il brano di questa sera è anche un progetto an experiment with time.
È un progetto che ha molte forme, questa è una forma più esplicita e si chiama An Experiment with time reload. La prima forma è una forma installativa, con tre schermi e pubblico che entra ed esce liberamente. La versione con strumenti elettronica è un cineconcerto, c’è un video che è comunque molto preminente, è una forma antichissima, basata sulla sincronia estrema tra le immagini che vediamo. Parliamo di un lavoro sull’effetto, che coinvolge diversi sensi dello spettatore, in cui il fondamento è la creazione di un istante basato su questa sincronia tra immagine e suono.

Oggi siamo comunque iper stimolati nella realtà in cui siamo immersi, però in questo caso c’è un iperstimolazione armonica, è corretto?
Si, l’armonia è sicuramente una parola chiave in questo lavoro, insieme a multisensoriale.

Condividi questo articolo:
Sponsor

Articoli correlati

Due pianoforti per la grande musica del ‘900

Rosalba Panzieri

La musica celebra la magia della Natività

Rosalba Panzieri

Due culture una sola voce contro il regime dell’Iràn

Rosalba Panzieri

Lascia un commento

Questo modulo raccoglie il tuo nome, la tua email e il tuo messaggio in modo da permetterci di tenere traccia dei commenti sul nostro sito. Per inviare il tuo commento, accetta il trattamento dei dati personali mettendo una spunta nel apposito checkbox sotto:
Usando questo form, acconsenti al trattamento dei dati ivi inseriti conformemente alla Privacy Policy de La Discussione.