Presidente Ghisolfi, il Consiglio dei Ministri ha approvato un Disegno di Legge che inserisce l’Educazione finanziaria nell’insegnamento insieme all’Educazione civica. In questo modo, in un’ottica interdisciplinare e trasversale, acquisiscono centralità nel percorso formativo la finanza, il risparmio e l’investimento, con l’obiettivo di rendere i ragazzi cittadini consapevoli, capaci di partecipare pienamente alla vita economica del Paese. Quali dovranno essere i primi passi da compiere per un corretto approccio?
Mi lasci dire che pur esprimendo soddisfazione per questo provvedimento, ritengo che siamo solo agli inizi. L’ho detto anche in Commissione Cultura al Senato, in una recente audizione.
Ci sono vari problemi. Inserire l’educazione finanziaria nell’educazione civica insieme ad altre materie significa che il tempo per questo insegnamento sarà limitato. A mio parere occorre una materia autonoma, specifica, che rientri a pieno titolo nel programma scolastico con un numero di ore significativo.
Oggi l’educazione finanziaria è indispensabile per comprendere la realtà che ci circonda e per tutelare, al meglio, il risparmio.
Secondo Lei, il percorso formativo dovrà essere rivolto solo nelle scuole o sarà necessario ed utile anche per tutto il mondo assicurativo e bancario?
È importante iniziare dalla scuola. Per il mondo assicurativo e bancario è indispensabile un aggiornamento continuo. A questo provvedono già, almeno in parte, gli enti dove i dipendenti prestano lavoro. Per la popolazione adulta i comuni dovrebbero organizzare dei corsi serali. Ovviamente si tratta di reperire risorse ed insegnanti qualificati.
Bisognerà formare un grande numero di insegnanti o potranno essere integrati nelle scuole anche tecnici per insegnare educazione finanziaria?
Questo è un problema enorme che comporta costi rilevanti. Ma è la strada da percorrere. Occorrerà formare gli insegnanti con corsi specifici e avvalersi anche dell’esperienza dei tecnici del settore. Nel decreto si fa riferimento, tra gli altri, alla Banca d’Italia e alla Consob, le cui competenze sono indiscutibili. Già attualmente entrambi gli Enti sono presenti con numerose iniziative. Mi piace anche ricordare la FEDUF, fondazione per l’educazione finanziaria, diretta da Giovanna Boggio Robutti, che svolge una attività encomiabile, coinvolgendo, ogni anno, migliaia di studenti.
E per affrontare le sfide del futuro ecco un consiglio del prof.Ghisolfi tratto dal suo famoso libro ‘Abbecedario’.
“L’ Educazione finanziaria è quello che l’ Abbecedario vorrebbe insegnare. Ovviamente questo piccolo dizionario è solo un’introduzione all’educazione finanziaria. Ma, per iniziare, serve conoscere il significato dei termini. Essendo questo volumetto dedicato ai ragazzi, le definizioni sono volutamente molto semplici. Ovvio che semplificando si perdono molte cose, ma col tempo con altri libri più importanti potrai conoscere meglio la materia. Te ne cito uno che ho scritto con professionisti, professori, dirigenti, presidenti di banca, economisti. Si intitola Lessico finanziario (Aragno, 2019). Si tratta di un vocabolario dei termini economici adatto a studenti universitari o a chi vuol farsi una cultura più completa. Anche questo da solo non basta ma è molto utile. In Italia attualmente si occupano di educazione finanziaria molte Istituzioni, banche, fondazioni, enti di varia natura. L’offerta è vastissima, in attesa che la materia diventi obbligatoria.