Ciò che è accaduto di là e di qua dell’Oceano nel mondo delle banche è insieme preoccupante, sorprendente e motivo di riflessione sulla crescita delle imprese e dell’economia. A ciò si aggiunga l’incertezza con cui si stanno muovendo sia la Bce che la Fed per fare scendere l’inflazione intorno al 2%: Christine Lagarde dice che il rialzo dei tassi sarà di volta in volta deciso sulla base dei dati, Jerome Powell – che nell’ultima riunione ha aumentato il costo del denaro dello 0,25 – che la crescita degli Usa nel 2023-24 dovrà essere rivista al ribasso.
La prima scossa delle ultime due settimane si è verificata con il fallimento di una media banca della California, la Silicon Valley Bank (Svb). Gli effetti si sono fatti sentire su tutte le Borse. Sempre in Europa, lo Stato svizzero e la FINMA, l’autorità di vigilanza sui mercati finanziari della Confederazione, hanno evitato lo stesso destino a Credit Suisse (7,3 miliardi di perdite nel 2002) sull’orlo del crack, assecondandone la fusione con la connazionale UBS. Alcuni osservatori hanno espresso dubbi. Gli attivi della nuova realtà varranno il doppio del Pil del Paese e i patrimoni in gestioni sei volte più dell’intera economia nazionale. Perplessità anche sulle forzature che hanno portato alla fusione, come la decisione di privilegiare la tutela degli azionisti sugli obbligazionisti subordinati (scelta legale, l’opzione era prevista nei contratti di bond) o quella di procedere alla fusione senza passare dal voto di approvazione dell’assemblea degli azionisti. Da ultimo, venerdì, la speculazione su Deutsche Bank e il tonfo delle Borse europee.
La prima riflessione è la consapevolezza diffusa che le regole che le banche europee devono seguire, che la Bce si è data dopo la crisi del 2008 partita dal fallimento di Lehman Brothers (6.000 miliardi di debiti), servono. Le nostre banche sono sottoposte dalla Bce a test continui volti a verificare la loro fragilità. Quando i portafogli di una banca sono troppi esposti – magari al rischio di variazione dei tassi di interesse – viene imposta una correzione del portafogli o un aumento di capitale o l’acquisto di capitale. Negli Usa, dopo la riforma di Donald Trump, le piccole banche, come quelle regionali, non sono obbligate a tali test. Correttamente qualcuno ha detto che ciò riflette lo spirito del capitalismo a stelle e strisce, e del resto la Svb finanziava le start up della Silicon Valley.
Le banche sono il volano dell’economia e un sistema bancario in salute è essenziale per la crescita. È fondamentale osservare questi fenomeni con distacco e la giusta lucidità. Essere coscienti del fatto che le nostre banche oggi sono solide e il sistema è robusto. Le nostre economie e le nostre imprese sappiano trarre giovamento da quanto è successo e guardino con fiducia al futuro. Per questo credo che la Bce oggi dovrebbe ridurre al minimo se non interrompere il ciclo restrittivo ed evitare errori fatti per il troppo scrupolo in passato: è la crescita ordinata la soluzione dei problemi economici e soprattutto sociali dell’Europa.