Rafforzare i servizi e ampliare gli orari di apertura dei Centri Antiviolenza, aprirne di nuovi, anche “digitali” o in zone dove fino ad oggi non erano presenti iniziative a sostegno di chi ha subito violenza. Sono queste le principali iniziative che saranno realizzate grazie ai nuovi 8 progetti selezionati dalla Fondazione CON IL SUD attraverso il “Bando per il contrasto della violenza di genere” e che saranno sostenuti con due milioni di euro.
Attraverso gli interventi inoltre saranno avviate o potenziate azioni che promuovono, oltre all’ascolto, all’accoglienza e all’accompagnamento ai servizi territoriali, anche percorsi di supporto legale, consulenza psicologica, sostegno all’autonomia (economica e abitativa), formazione, orientamento e inserimento lavorativo. Verranno sperimentate anche metodologie innovative, dedicate sia alle donne che ai minori che hanno assistito ai maltrattamenti, con l’obiettivo di metterne in luce la relazione; verranno promossi percorsi di decostruzione degli stereotipi di genere e di educazione alle differenze nelle scuole. “In Italia oltre il 30% delle donne ha subito una forma di violenza fisica o sessuale. Questo dato non può lasciarci indifferenti, soprattutto se pensiamo che purtroppo negli anni scorsi, con le restrizioni imposte dalla pandemia, la situazione è anche peggiorata”, ha commentato Carlo Borgomeo, presidente della Fondazione CON IL SUD.
“Riteniamo di fondamentale importanza intervenire, nel nostro piccolo, per sostenere il lavoro dei Centri Antiviolenza e delle reti territoriali che, al Sud, fanno un grande lavoro per aiutare chi ha subito violenza, accompagnando queste persone passo dopo passo in un percorso di rinascita per sé e, molto spesso, anche per i propri figli. A fianco a questo, non possiamo dimenticare l’importanza del lavoro teso ad abbattere stereotipi o modelli educativi che spesso costituiscono il retroterra culturale che alimenta episodi di violenza di genere”, ha aggiunto.
3 progetti saranno avviati in Campania (province di Caserta e Napoli); 2 in Puglia (province di Bari e Foggia) e Sicilia (province di Catania e Palermo) e 1 in Sardegna (province di Sassari e Nuoro). I progetti permetteranno di raggiungere oltre 2.000 donne che hanno subito violenza e di sostenerne più di 1.600 in percorsi individuali di sviluppo e potenziamento dell’autonomia e dell’autodeterminazione personale. Circa 1.000 donne potranno acquisire maggiore consapevolezza e un livello di autonomia abitativa e lavorativa tale da facilitare l’allontanamento dall’ambiente familiare violento. Per oltre 400 donne sono previsti corsi specifici di formazione professionalizzante e accompagnamento al lavoro. Saranno attivati 56 tirocini formativi che favoriranno la stabilità lavorativa per 150 donne.