martedì, 17 Dicembre, 2024
Sanità

Pronto soccorso, lavoro usurante

Riconoscere come attività usurante la professione dei medici e degli operatori sanitari dell’Emergenza-urgenza, ospedaliera e territoriale. E prevedere, per loro, una speciale indennità economica prima dell’approvazione della legge di bilancio 2022.  Sono queste le due proposte rilanciate dal presidente della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri, Filippo Anelli, sceso qualche giorno fa in piazza insieme ai colleghi della Simeu, la Società italiana di Medicina di Emergenza-Urgenza, che manifestavano sotto il Ministero della Salute di Lungotevere Ripa per chiedere interventi urgenti e mirati sui pronto soccorso italiani.
Pronto soccorso che, ha affermato Anelli, sono “la trincea del nostro Servizio sanitario nazionale”.
Ad oggi sono 23 le categorie di lavoratori riconosciute gravosi ed usuranti, come riportato in un decreto del 2018. Nel comparto sanità sono presenti  “gli infermieri e le ostetriche che lavorano in turni”.
Eppure nel decreto 19 maggio 1999 veniva così definito il lavoro gravoso: “Sono considerati lavori particolarmente gravosi e usuranti quelli per il cui svolgimento è richiesto un impegno psicofisico  particolarmente intenso continuativo,  condizionato  da  fattori  che  non  possono essere prevenuti con misure idonee.”
Alcuni sostengono che i lavori usuranti sono quelli che espongono il lavoratore a possibili infortuni sul lavoro, oppure che lo costringono a costanti trattamenti fisioterapici e riabilitativi, ma è evidente che si tratta di una valutazione riduttiva.
Spesso, infatti, gli effetti nefasti di un lavoro usurante sono visibili solo dopo molti anni, e sarebbe errato non riconoscerli come tali solo perché non evidenti.
I criteri di valutazione del predetto decreto erano: l’attesa di vita al compimento dell’età pensionabile; la prevalenza della mansione usurante; la mancanza di possibilità di prevenzione; la compatibilità fisico-psichica in funzione dell’età; l’elevata frequenza degli infortuni, con particolare riferimento alle fasce di età superiori ai cinquanta anni; l’età media della pensione di invalidità; il profilo ergonomico; l’esposizione ad agenti chimici, fisici, biologici, individuati secondo la normativa di prevenzione vigente.
A questo aggiungiamo senza alcun dubbio, anche alla luce del D.Lgs 81/2008 proprio per i medici, lo stress lavoro correlato, i rischi psico-sociali quali il lavoro a turni, qualche volta prolungati, le aggressioni e violenze fisiche e verbali in ambito sanitario, tanto da richiedere l’emanazione di una legge, la 113/2020, rischi da posture incongrue
E proprio ai colleghi “in trincea” Anelli ha voluto esprimere “la piena solidarietà per lo sforzo che fanno per salvare le persone, in condizioni organizzative molto difficili, perché sono legate alla carenza dei medici, alla carenza del personale sanitario ma anche a un’organizzazione che non ha consentito di regolamentare gli accessi”.
Sono intervenuto più volte – ha continuato – nei confronti del Governo e del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, per sostenere le richieste di questi colleghi: il riconoscimento di attività usurante e anche un incentivo economico, sul quale il Ministro mi è sembrato assolutamente concorde e impegnato nella ricerca delle risorse necessarie”.
Quindi attendiamo fiduciosi oggi – ha concluso – proprio a seguito di questa manifestazione, risposte chiare e precise per una categoria che merita sicuramente una grandissima attenzione. Il nostro convincimento è rafforzato dalla disponibilità dimostrata anche in questa occasione dal Ministro, che ha voluto incontrare i vertici della Simeu”.
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