In attesa che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo censuri la scelta del legislatore italiano, a proposito del divieto di pubblicare sondaggi sull’esito delle elezioni negli ultimi 15 giorni che separano gli elettori dal voto, Kurt il Marziano mi ha invitato a compilare “il Quiz delle elezioni”, diffuso da Sky Tg24 attraverso il proprio sito, per scoprire (recita la nota di presentazione dello stesso quiz) quella che – tra i partiti politici in contesa – si rivela come “La proposta più vicina alle tue idee in vista delle elezioni politiche del 25 settembre”.
Il quiz si compone di 26 domande e fin qui niente di strano: quel che però colpisce il lettore è la modalità attraverso la quale queste domande vengono formulate, che spesso distorce il contenuto delle proposte effettivamente avanzate da ciascun partito, oltre alla scelta delle questioni poste all’attenzione di chi deve compilare le proprie risposte.
L’esempio più eclatante è quello del quesito numero 8, che testualmente recita: “Bisogna semplificare la tassazione con aliquota singola, uguale per tutti”.
Evidentemente il quesito – anche se dato in forma di affermazione – si riferisce alla Flat Tax, proposta dal Centrodestra per allineare i livelli di tassazione a quelli della media dei Paesi europei, guardando anche all’Inghilterra e agli Stati Uniti.
Orbene sfido chiunque a trovare – quale punto di partenza, nei programmi elettorali dei partiti che compongono quella coalizione – un simile approccio al problema della tassa piatta.
Il quiz di cui parliamo dunque, oltre ad essere ingannevole per chi lo compila, appare anche come un modo per aggirare il divieto di raccolta e pubblicazione dei sondaggi: c’è infatti da scommettere che nei prossimi giorni (e comunque prima dell’apertura dei seggi elettorali) il telegiornale di Murdoch diramerà i risultati del suo Quiz, avendo naturalmente cura di precisare che non si tratta di un sondaggio!
Ma veniamo alla Flat Tax, che potrebbe essere illegittima solo ove avesse la capacità di sostituire il principio di progressività del carico fiscale subito dai cittadini, con il principio di proporzionalità: è all’intero carico fiscale che occorre invece fare riferimento per stabilire se ci si trovi, o meno, di fronte ad una violazione della Costituzione.
D’altronde è già presente nel nostro ordinamento una Flat Tax e colpisce le persone fisiche (per di più quelle dotate di maggiori ricchezze!) cui viene riservata una tassazione forfettaria addirittura inversamente proporzionale al crescere dei loro redditi, a condizione che tornino a fissare la loro residenza nel nostro Paese; i è vero che questi cittadini privilegiati pagheranno – per i redditi che andranno produrre in Italia – imposte identiche a quelle degli altri cittadini, ma è altrettanto vero che la somma algebrica fra carico fiscale dei redditi prodotti all’estero e redditi realizzati in Italia per un totale che difficilmente potrà avere le caratteristiche di progressività cui la Sinistra si attacca invocando la Costituzione.
Quanto poi al profilo della insostenibilità della tassa piatta rispetto alle nostre esigenze di bilancio, ho voluto ricordare a Kurt come fin dagli anni 40 la questione si pose nel mondo angloamericano e così lo statistico Colin Clark cominciò sostenere con forza che la situazione dovesse cominciare considerarsi critica quando la pressione fiscale avesse raggiunto il 25% del reddito nazionale: quello studioso ha dimostrato così che il drenaggio di risorse private per rimpinguare i bilanci pubblici segue una curva ascendente fino a una certa soglia, superata la quale la curva stessa inizia a scendere sempre più rapidamente, con perdite di gettito sempre più consistenti.
Perché allora l’idea di introdurre una tassa piatta suscita tanto scandalo? La risposta non è di tipo tecnico o scientifico, ma politico, perché sono in molti a guadagnare su una pressione fiscale alta: primi fra tutti gli operatori di matrice sovranazionale che guadagnano sui differenziali della pressione fiscale fra gli Stati.
Ecco perché quello sulla Flat Tax è un dibattito destinato a riaffacciarsi periodicamente, talvolta come proposta elettorale, talaltra come scelta di governo.
Tornando al nostro Quiz, ho fatto anche osservare al Marziano come manchi – fra le 26 questioni cui si chiede all’elettore di esprimere la propria preferenza – ogni riferimento ai problemi della giustizia e qui è facile immaginare il perché di questa omissione: non si è voluto richiamare all’attenzione dei cittadini lo stato di degrado della giustizia civile e penale nella quale il nostro paese versa da oltre trent’anni.
Anche questa appare come una scelta largamente opinabile e che fa pendere l’ago della bilancia verso il giudizio di non neutralità del Quiz.
Naturalmente Kurt non è stato d’accordo con me e mi ha invitato a non confondere le mie simpatie politiche con le iniziative che se ne discostano.
Gli ho replicato che, prima o poi, riuscirono a scoprire che Murdoch sta allargando il proprio impero della comunicazione anche su Marte!