Diversificazione colturale per promuovere una migliore sostenibilità ambientale, sociale ed economica dei sistemi agroalimentari, mantenendone però la capacità produttiva, la fornitura di servizi ecosistemici e promuovendo l’uso efficiente delle risorse.
Tutto questo è DiverIMPACTS, il progetto europeo che, a meno di un anno dalla sua conclusione, presenta i primi risultati, in occasione del convegno del 23 novembre dal titolo Diversificazione colturale, agroecologia e PAC: sinergie ed opportunità, organizzato dal CREA Agricoltura e Ambiente e Firab (Fondazione Italiana per la Ricerca in Agricoltura Biologica e Biodinamica).
La specializzazione e la semplificazione colturale se da una parte hanno favorito la produzione di grandi volumi di cibo dall’altra, invece, hanno comportato impatti negativi sull’ambiente, in termini di degrado diffuso del suolo, dell’acqua e degli ecosistemi, elevate emissioni di gas serra, esaurimento delle risorse non rinnovabili e condizioni economiche e sociali degli operatori agricoli non sempre soddisfacenti. In tal senso, la diversificazione delle colture (rotazioni ampie, ma anche coltivazioni multiple, consociazione, uso di specie minori, varietà locali e materiali genetici eterogenei) è fondamentale per ripensare i nuovi sistemi agricoli verso una maggiore sostenibilità ambientale, economica e sociale.