Le questioni climatiche sono diventate centrali, fino a condizionare ogni aspetto della vita delle persone. Ma all’atto pratico, quanto realmente modificano le nostre abitudini?
Un’indagine condotta dalla società britannica di ricerche di mercato e analisi dei dati, YouGov, per conto dell’azienda Grohe fa luce sugli atteggiamenti dei cittadini di sette Paesi europei rispetto alle tematiche ambientali, compresa l’Italia.
Clima: l’interesse dei cittadini
A Glasgow il 31 ottobre ha avuto inizio la Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021, conosciuta come COP26. L’Italia, con il 74% dei cittadini che ha dichiarato di esserne a conoscenza, si attesta come il Paese più informato ed anche il più insoddisfatto rispetto alle politiche climatiche a ambientali nazionali (67% di italiani insoddisfatti).
L’attenzione alle abitudini di acquisto si concentra su plastica (54%), rifiuti generici (53%) energia (51%), acqua (37%) ed emissioni di CO2 (40%). Nel nostro Paese, in particolare, è maggiore l’interesse verso la plastica (58%), l’energia (57%) e i rifiuti generici (55%). Il 46% si mostra attento alla riduzione di emissioni di CO2, mentre il risparmio idrico è il fattore meno rilevante (34%).
In Danimarca, invece, il 53% degli intervistati si dimostra sensibile al tema delle emissioni. La Francia si posiziona al primo posto rispetto al risparmio energetico e idrico in relazione ai nuovi acquisti: il 58% tiene d’occhio il consumo di energia e il 47% il consumo di acqua. Fanalino di coda è la Russia.
In linea di massima comunque, la tendenza europea nelle decisioni di acquisto resta quella di preferire il fattore prezzo (53%) rispetto alla sostenibilità (32%).
Gli italiani sono in linea con la media europea: il 47% si è dichiarato attento al prezzo, mentre il 36% dà priorità alla sostenibilità. Dall’indagine gli over 55 risultano più attenti agli acquisti eco-friendly (40%), mentre nella fascia 18-34 maggiore interesse viene attribuito al prezzo (55%). Allo stesso modo gli abitanti nelle aree urbane danno rilevanza al prezzo (52%) più di chi vive nelle aree rurali (42%).
Clima: le aspettative dei cittadini
Sembra che le persone abbiano una visione pessimistica rispetto al raggiungimento degli obiettivi indicati nell’Accordo di Parigi per contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi. I più negativi sono Germania e Francia (58%), Paesi Bassi (55%), Regno Unito (49%) e Danimarca (48%) seguiti da Italia (43%) e Russia (20%). In generale gli intervistati delle aree urbane sono più ottimisti dei residenti nelle zone rurali.
Ad ogni modo, secondo gli europei per perseguire la transizione ecologica e costruire un futuro più sostenibile i fattori da tenere in considerazione sono tre: normative (37%), responsabilità sociale d’impresa (27%) e scelte individuali (21%).
Così, per gli italiani il primo fattore è la regolamentazione governativa (43%), di cui sono principali sostenitori gli over 55 e i residenti delle aree urbane. Seguono le azioni dei singoli (24%), a cui accordano maggiore fiducia gli italiani tra 35-54 anni e gli abitanti delle zone rurali. Infine, l’imprenditoria responsabile (23%).
La Russia è il paese che registra il maggior numero di consensi per le scelte dei singoli (23%), mentre nei Paesi Bassi il 39% degli intervistati ritiene che siano le aziende ad avere il potere di determinare il cambiamento verso una maggiore sostenibilità economica e sociale.