Pratiche sleali
“L’attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nell’agroalimentare”, sottolinea l’esponente della Confcommercio, “non deve tradursi in condizioni di favore per nessuna delle imprese che compongono la filiera”.
La direttiva europea Le indicazioni della Confcommercio sono relative alla decisione che il Governo dovrà prendere in merito alla direttiva europea sulle pratiche commerciali scorrette. Per la Confederazione le nuove regole dovrebbero essere applicate solo ai rapporti contrattuali asimmetrici, escludendo
le imprese acquirenti con fatturato inferiore ai 2 milioni di euro.
Attenzione ai prodotti “L’introduzione di una durata minima di dodici mesi dei contratti, non prevista dalla direttiva, rischia di irrigidire i rapporti tra acquirenti e fornitori”, commenta la Prambolini, “Invece
della forma scritta è sbagliato, poi, non mantenere le forme più flessibili attualmente in uso, così come andrebbero previste modalità più flessibili per ripartire oneri e costi che nascono dal deterioramento dei prodotti, soprattutto quelli innovativi”.
L’esponente della Confcommercio ha infine fatto presente la necessità di fissare un limite minimo e massimo per le sanzioni, mantenendo comunque la soglia massima del 3% di fatturato per ogni violazione.