Hanno appena ucciso un prete, uno di cui si sapeva poco o nulla visto che non passava da uno studio televisivo a un altro e non aveva sponsor di “visibilità”. Hanno ucciso un prete e tutti imparano il suo nome.
Hanno ucciso un prete che non era scomodo, assolutamente, bensì credibile e quindi silenziosamente incisivo nel contesto sociale dove viveva e spesso “non compreso “. L’hanno ucciso nel giorno del suo compleanno, un dono nel dono sino a divenire dono per tutti. Don Pino Puglisi indubbiamente continua a fare “notizia ” in una pagina di Vangelo che scuote le menti di chi crede e spesso non sa che la forza dell’annuncio di quel Kerigma di Speranza targato “Gesù Cristo” non risparmia nulla e nessuno.
Arrivo a Brancaccio, come docente, giorni dopo l’uccisione. Chiedo dove è stato ucciso il prete e mi reco in piazza Anita Garibaldi. A terra si intravede qualcosa: forse ancora tracce di un “sangue innocente”. Da quella visione una decisione. Daremo vita a un progetto formativo culturale dal titolo “Quando la paura non ci fa più paura”. Ai giovani l’idea piace ma ce chi vorrebbe partecipare e fa comprendere che trova un po’ di resistenza nel contesto socio/familiare. No problem. Tutto risolto. Chi non può mette insieme i risparmi e si compra una targa incidere e da porre accanto al portone dove Padre Pino Puglisi è stato ucciso.
La dicitura è sotto gli occhi di tutti: “Il tuo coraggio nelle nostre azioni, la tua semplicità nei nostri occhi – Nel Vangelo la nostra certezza e le note della nostra speranza. A Padre Puglisi noi giovani liberi. La mafia è forte ma Dio è Onnipotente “. Lui viene crivellato il quindici settembre del 1993, nell’aprile del 1994 viene inchiodata fortemente, volutamente e decisamente questa targa. “Ragazzi- dico con un po’ di rammarico- non facciamo che qualcuno la possa danneggiare?”. La risposta arriva unanime e corale “Prof. non la toccherà mai nessuno perché è frutto dei nostri risparmi e del nostro amore a don Pino”:
La targa è ancora lì. L’ha pure vista e letta Papa Francesco quando ha fatto visita alla casa del “Beato” don Pino. Importante non dimenticare , importante dire con la vita da quale parte si sta, importante essere credenti credibili per divenire tanti chicchi di frumento pronti a diventare un solo Pane per sfamare chi ha fame di “Verità e Giustizia”.