L’impatto economico sempre più disomogeneo della pandemia ha portato a una concentrazione dei rischi in alcuni settori e paesi, imponendo costi più elevati ai Paesi più vulnerabili con settori dei servizi più ampi, e in generale le vulnerabilità della stabilità finanziaria rimangono elevate. È quanto emerge dall’edizione di maggio della Financial Stability Review elaborata dalla Banca Centrale Europea, che analizza le vulnerabilità della stabilità finanziaria – in particolare nel settore delle imprese – e le loro implicazioni per il funzionamento dei mercati finanziari, la sostenibilità del debito, la redditività delle banche e il settore finanziario non bancario.
In queste settimane il tema della reflazione è tornato più che attuale grazie alla riduzione dei contagi e alle riaperture. Come già sottolineato nelle scorse settimane, i titoli del comparto finanziario hanno ampiamente superato gli omologhi tech, mentre la maggior parte dei ciclici ha registrato un’ottima performance superando l’andamento dei titoli difensivi.
LE TRIMESTRALI HANNO BATTUTO LE ATTESE
Come riportato in un’ intervista rilasciata da FinancialLounge, secondo Esty Dwek, Head of Global Market Strategy, Natixis Investment Managers Solution, le stime degli analisti sono state ampiamente superate, con l’86% delle società dello S&P 500 e il 70% delle società dello STOXX 600 che hanno sorpreso positivamente in termini di utili per azione. Sul fronte del reddito fisso, dopo un picco a fine marzo, il rendimento del Treasury decennale americano si è parzialmente contratto attestandosi su un range intorno all’1,6%.
L’INCOGNITA DEL DEBITO GOVERNATIVO FA PROPENDERE PER DURATION BREVI
Secondo la maggior parte degli analisti, anche se i rendimenti potrebbero risalire nel breve, i massicci stimoli fiscali e le aspettative d’inflazione sono due elementi entrambi già prezzati, e per questo dati deludenti potrebbero aggiungere pressione al ribasso. Come è già accaduto con il rapporto sull’occupazione USA di aprile, più debole del previsto, che ha innescato un calo brusco, ma di breve durata.
LA FINANZA COMPORTAMENTALE INSEGNA
Secondo Ruggero Bertelli, Professore di Economia dei Mercati Finanziari presso l’università di Siena , e tra i massimi esperti in Italia di Finanza Comportamentale, “…I rendimenti dei nostri portafogli non li fanno i mercati ma i nostri comportamenti”. Cosa vuol dire? Attraverso i nostri limiti cognitivi, la paura della perdita ci fa vendere ai minimi e compare ai massimi, concretizzando l’opposto di quanto razionalmente sarebbe opportuno fare.