Nel Piano del Recovery la sanità ha un ruolo da protagonista. Si tratta di 20.2 miliardi di euro che dovranno attivare investimenti, innovazione, realizzazioni di nuove strutture, ammodernamento di quelle esistenti. 9 miliardi sono dedicati alle Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale e 11,22 a innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale. Si mira a potenziare e riorientare il Servizio sanitario in particolare la prevenzione e l’assistenza sul territorio e l’integrazione fra servizi sanitari e sociali; garantire equità di accesso alle cure e nell’erogazione delle prestazioni. Un obiettivo strategico sarà quello di realizzare servizi sanitari di prossimità.
CENTRALE L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA
L’investimento prevede l’attivazione di 1.288 Case della Comunità entro la metà del 2026, che potranno utilizzare sia strutture già esistenti sia nuove. Il costo complessivo dell’investimento è stimato in 2 miliardi di euro. Al centro del Piano, inoltre, c’è la “Casa come primo luogo di cura, assistenza domiciliare e telemedicina”. L’investimento mira ad aumentare il volume delle prestazioni in assistenza domiciliare fino a prendere in carico, entro la metà del 2026, il 10 percento della popolazione di età superiore ai 65 anni. L’intervento si rivolge in particolare ai pazienti di età superiore ai 65 anni con una o più patologie croniche o non autosufficienti.
Colossale, inoltre, il Piano per l’innovazione tecnologica. L’investimento prevede l’ammodernamento digitale del parco tecnologico ospedaliero, tramite l’acquisto di 3.133 nuove grandi apparecchiature ad alto contenuto tecnologico: TAC, risonanze magnetiche, Acceleratori Lineari, Sistema Radiologico Fisso, Angiografi, Gamma Camera, Gamma Camera/TAC, Mammografi, Ecotomografi caratterizzate da una vetustà maggiore di 5 anni. Capitoli significativi sono dedicati allo “Sviluppo delle competenze tecniche, professionali, digitali e manageriali del personale del sistema sanitario”. Ci sarà l’incremento delle borse di studio in medicina generale, per garantire il completamento di tre cicli di apprendimento triennali; l’avvio di un piano straordinario di formazione sulle infezioni ospedaliere a tutto il personale sanitario e non sanitario degli ospedali;
Si prevede la formazione di 2 mila persone entro la metà del 2024 e altre 24.500 persone entro il Q2 2026; 4.200 contratti di formazione specialistica aggiuntivi, per un ciclo completo di studi (5 anni) a partire dal 2020. Il Piano sarà inviato a Bruxelles il 30 aprile. Poi se non ci saranno intoppi si procederà alle riforme.