Il nostro Paese possibile benchmark dell’Eurozona per gli investitori istituzionali. Banche e assicurazioni, alto risparmio privato e sostenibilità del debito pubblico tre carte da giocare.
A livello globale, tutti i governi delle potenze economiche hanno introdotto, o stanno introducendo, rilevanti politiche di incentivi fiscali. Negli USA è stato approvato l’American Rescue Plan, un piano da 1,9 trilioni di $; in Europa il NextGeneration Eu, pari a 750 miliardi di Euro di prestiti e finanziamenti. Tale importo equivale al 4,5% dell’intero PIL. Secondo gli esperti, queste politiche fiscali genereranno un importante surplus di reddito disponibile sulle due sponde dell’Atlantico. In America, solo dopo il pagamento degli aiuti previsti nel CARES ACT , il reddito disponibile delle famiglie è cresciuto del 20% che si somma ai risparmi dovuti alla riduzione forzata dei consumi.
In Europa si registra un trend simile, con un aumento previsto dei risparmi pari al 3% del PIL.Nelle scorse settimane, in Italia, la terza tranche del Btp a 3 anni con scadenza 15/04/2024 è stata collocata con rendimento negativo (-0,17%) ma leggermente in rialzo rispetto all’ultima asta di pari durata, risalente a un mese fa. Elevate, comunque, le richieste per il Btp triennale, pari a 5,5 miliardi di euro contro una disponibilità di 4 miliardi di euro. Rendimenti in salita di sette centesimi anche per il Btp 5 anni con scadenza 01/06/2026.
L’attenzione degli investitori internazionali
Secondo Bank of America, in un report dell’analista Alberto Cordara, l’ investitore globale che guarda all’Eurozona dovrebbe prendere l’Italia come benchmark per le future mosse. L’Italia, infatti, rappresenta il 15% del PIL dell’Eurozona, è il secondo produttore manifatturiero dopo la Germania e vanta un elevato tasso di risparmio. Va da se che l’enorme debito pubblico italiano rappresenta il vulnus a cui guardano gli investitori istituzionali, poiché potrebbe essere l’innesco di dinamiche che spingono oltre i limiti della costruzione europea. Ma ad attutire queste preoccupazioni è arrivato, provvidenzialmente, Mario Draghi che tranquillizza gli investitori sulla serietà del nostro Paese.
Alberto Cordara accende i riflettori soprattutto sui titoli finanziari italiani, sottolineandone la resilienza. Come riportato da Financial Lounge, da inizio anni 2000 le istituzioni bancarie e assicurative italiane hanno attraversato tre recessioni di cui due particolarmente insidiose, quella del 2008-09 e quella del 2011-13: la crisi del debito sovrano aveva pervaso anche Banche e Assicurazioni, principali detentrici dei Titoli di Stato italiani. Ebbene, secondo Cordara, quelle che hanno superato la tempesta hanno modelli di business resilienti e non corrono più rischi di sopravvivenza, e hanno ora la possibilità di cogliere le opportunità offerte dalla ripresa in arrivo.
E i risparmi? L’imponente liquidità presente sui conti correnti sta affluendo in maniera importante nel risparmio gestito, soprattutto sulla componente azionaria. Attraverso il supporto di un professionista qualificato, ed in ottemperanza alla normativa MIFID, la diversificazione , la strategia di lungo periodo, la mediazione dei prezzi attraverso piani programmati di risparmio sono sempre ottimi strumenti attraverso i quali approcciarsi anche a questa NextGeneration finanziaria.