Maggiori garanzie economiche, più tutele nel lavoro, percorsi e possibilità professionali maggiori per gli operatori sanitari del settore privato.
“Una sottoscrizione importante perché, dopo 14 anni di attesa, abbiamo sanato una ingiustizia, chiudendo una vertenza durissima e dato risposte economiche e normative per oltre 100mila lavoratrici, lavoratori e professionisti sanitari del nostro Paese. Parliamo di donne e uomini che si sono distinti, al pari dei colleghi del settore pubblico, nella gestione dell’emergenza Covid-19”. Lo dichiarano, in una nota congiunta, la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, e il Segretario generale della Funzione Pubblica Maurizio Petriccioli, riferendosi al nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro degli operatori sanitari del settore privato, sottoscritto tra sindacati e parti datoriali Aris-Aiop.
“Un contratto innovativo”, proseguono i segretari, “sottoscritto dopo una vertenza lunghissima, basandoci sul principio, sostenuto con forza dalla Cisl, che ad uguale lavoro debbano corrispondere gli stessi diritti e lo stesso salario, nell’ottica di un progressivo riequilibrio dei livelli retributivi degli operatori della sanità italiana, pubblica o privata che sia”. Per i lavoratori ci saranno benefici economici e altri tipi di riconoscimento professionale.
“Nel contratto” specificano gli esponenti della CISL riferendosi al testo che ora sarà discusso e votato nei luoghi di lavoro, “sono stati previsti aumenti mensili medi per 154€ a partire dalla mensilità di luglio, una tantum di 1000€ erogata in due tranche, ridefinito il sistema di classificazione e delle progressioni orizzontali e sono stati ampliati, tra le altre cose, i diritti e le tutele in materia di permessi retribuiti e non retribuiti, ferie, malattia, maternità e il diritto alla formazione”. Inoltre tra meno di un mese si riapriranno le trattative per gli operatori delle Rsa per un contratto scaduto da tempo. “A partire dal 13 luglio”, concludono Furlan e Petriccioli “ripartirà il confronto per definire il contratto degli operatori delle Rsa, scaduto ormai da 8 anni”.