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Antibiotico-resistenza, 35mila morti in Ue e 12mila in Italia

Consumi in crescita, obiettivi 2030 lontani e infezioni sempre più difficili da trattare
mercoledì, 19 Novembre 2025
2 minuti di lettura

Ogni anno nell’Unione europea oltre 35.000 persone muoiono per infezioni causate da microrganismi resistenti agli antimicrobici, un numero superiore alla somma dei decessi per influenza, tubercolosi e Hiv/Aids. A rivelarlo è stato il nuovo rapporto del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie(Ecdc), diffuso ieri in occasione della ‘Giornata europea per l’uso consapevole degli antibiotici 2025’. Secondo il documento, 4,3 milioni di pazienti nell’Ue/See contraggono ogni anno un’infezione correlata all’assistenza sanitaria durante la degenza: un ricoverato su 14 ogni giorno. Molte di queste infezioni risultano sempre più difficili da curare: un microrganismo su tre è ormai resistente ad antibiotici fondamentali, riducendo drasticamente le opzioni di trattamento. Nelle strutture di assistenza a lungo termine, il 3% dei residenti sviluppa almeno un’infezione correlata alle cure
L’Ecdc ha segnalato progressi insufficienti verso gli obiettivi fissati dall’Ue per il 2030. Anche il Presidente dell’Agenzia italiana del farmaco Robert Nisticò ha parlato di “pandemia silente”: in Italia l’antibiotico-resistenza provoca 12mila morti l’anno, con un impatto economico pari a 2,4 miliardi di euro per il Servizio sanitario nazionale e 2,7 milioni di posti letto occupati ogni anno per infezioni di questo tipo.

Consumo di antibiotici in crescita

Il rapporto ha documentato un trend in aumento nell’uso degli antibiotici, sia ad ampio spettro sia dei farmaci ‘Reserve’, quelli di ultima linea destinati ai casi più gravi. Nel 2024 nell’Ue sono state consumate in media 20,3 dosi giornaliere ogni mille abitanti, con forti differenze tra paesi. L’Italia si è collocata sopra la media europea, con 22,3 dosi: un dato in lieve calo rispetto al 2023, ma ancora lontano dall’obiettivo fissato per il 2030 (17,8 dosi)
Il nostro Paese eccede anche nell’uso di antibiotici ad ampio spettro: il rapporto tra questi e quelli a spettro ristretto è 9,3 contro 4,6 della media Ue, uno dei valori più alti in Europa. “È necessario adottare un approccio One-Health e promuovere l’uso appropriato dei farmaci in ambito umano, veterinario e zootecnico”, ha precisato l’Aifa.

Resistenze in aumento

Il quadro europeo varia per specie batterica e territorio, ma l’Ecdcha confermato livelli elevati di resistenza in molte aree dell’Ue, in particolare in quelle meridionali e orientali. L’Italia resta tra i paesi più critici. In peggioramento, a esempio, l’incidenza delle infezioni da Klebsiella pneumoniae resistente ai carbapenemi, salita a 9,29 casi per 100mila abitanti, lontana dal target 2030 (8,01)
Tra i pochi segnali positivi: raggiunto in anticipo il target di riduzione delle batteriemie da Mrsa, lieve miglioramento per Escherichia coli resistente alle cefalosporine di terza generazione, pur restando sopra l’obiettivo 2030.
Il rapporto OsMed ha confermato che nel 2024 36,8% degli italiani ha ricevuto almeno una prescrizione antibiotica, con valori più alti al Sud (43,6%). L’amoxicillina/acido clavulanico resta la molecola più prescritta, seguita da claritromicina e azitromicina. In calo invece l’uso dei fluorochinoloni, dopo anni di raccomandazioni restrittive da parte delle autorità regolatorie

Il Fondo antimicrobici ‘Reserve’

Dal 2025 gli antibiotici ‘Reserve’ destinati alle infezioni multiresistenti accedono al Fondo per i farmaci innovativi, con uno stanziamento dedicato di 100 milioni di euro. A luglio è stato autorizzato il primo nuovo antibiotico finanziato tramite il Fondo, l’associazione cefepime/enmetazobactam per infezioni urinarie complicate e polmoniti ospedaliere. Aifa ha evidenziato inoltre l’importanza della ricerca no profit: nel 2025 è stato pubblicato un bando da 20 milioni di euro, dedicato proprio all’antimicrobico-resistenza e alla medicina di precisione, con l’obiettivo di sviluppare nuove combinazioni terapeutiche e strumenti diagnostici rapidi.

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