“La bellezza della Calabria non basta più. Occorre una vera e propria strategia politica e culturale per costruire una Regione capace di affrontare le sfide del presente, tutelando il proprio territorio con competenza e lungimiranza”
Sono parole del nuovo Presidente del Consiglio dell’Ordine dei Geologi della Calabria, in occasione dell’insediamento del Consiglio nel luglio scorso per il quadriennio 2025-2029
Un pro-memoria elettorale per le prossime elezioni
Sembra quasi un manifesto elettorale per i candidati alla competizione per l’elezione del Consiglio regionale della Calabria, alle urne nei giorni 5 e 6 ottobre p.v..
I temi sottolineati dal nuovo Consiglio dell’Ordine dei Geologi della Calabria sono, infatti, davvero tanti e tutti riguardanti il territorio. In un passaggio del discorso è detto che: “Le peculiarità del territorio – dalla morfologia alla sismicità, dal rischio idrogeologico alla gestione delle risorse idriche – impongono una visione moderna e competente dello sviluppo, in cui il contributo dei geologi sia centrale”.
E si rivolge espressamente agli attuali candidati, in corsa per l’altrettanto nuovo Consiglio regionale, quando in un passaggio ulteriore della relazione di insediamento il Presidente dell’Ordine definisce le numerose questioni trattate come “Un’azione di sensibilizzazione, in vista delle prossime elezioni regionali, per portare all’attenzione dei candidati temi cruciali quali appunto le politiche da attuare per la difesa del suolo, la salvaguardia ambientale, la gestione delle risorse idriche e la prevenzione dei rischi naturali”.
Le proposte del Consiglio appena insediato
“Una serie di interventi normativi e regolamentari, che si ritengono urgenti per colmare i vuoti strutturali e funzionali della governance territoriali calabrese”. In particolare: “Approvazione di una legge organica sulla Difesa del Suolo, Istituzione del Servizio Geologico Regionale e dei Presidi Territoriali Idrogeologici Permanenti, Aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque e del Piano Regionale di Bonifica dei Siti Contaminati, Adozione di un Regolamento per le Concessioni di derivazioni idriche e istituzione del relativo catasto, Redazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE)”.
Le priorità individuate dal Consiglio
“…la necessità che tutti i Comuni calabresi si dotino di Piani di Emergenza Comunale aggiornati, destinando apposite risorse finanziarie (come già fatto per la digitalizzazione) e che si proceda con l’adeguamento degli strumenti urbanistici, molti dei quali risultano obsoleti o inadeguati. Completare, ai vari livelli, gli studi di Microzonazione Sismica.
Azioni immediate: rischio alluvioni, Ponte sullo Stretto e confronto politico
Per il “confronto politico” viene ribadito che “Tra le priorità operative individuate dal Consiglio figurano: un confronto con la Regione Calabria e il Distretto Idrografico dell’Appennino Meridionale sul nuovo Progetto di Piano Stralcio di Bacino per l’Assetto, la Mitigazione e la Gestione del Rischio Alluvioni – anche alla luce della recente Delibera n. 6 della CIP (Conferenza Istituzionale Permanente) del 31.07.2025. L’avvio di nuove interlocuzioni con gli Enti competenti sul progetto del “Ponte sullo Stretto di Messina” e delle relative opere connesse, per analizzare ed approfondire ulteriormente, nella fase di progettazione esecutiva, le implicazioni geologiche dell’opera e del potenziale contributo della comunità geologica regionale. Rendere ancora più intense ed efficaci le collaborazioni con l’Università in un momento storico in cui le opportunità di lavoro nel mercato professionale della geologia sono aumentate, portando alla piena occupazione dei laureati in geologia”.
Sono proprio di questi giorni le osservazioni e la definita “Fisiologica interlocuzione tra istituzioni”, esattamente tra la Corte dei Conti e gli Organi interessati a seguito della ultima delibera Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile).
Probabilmente, in una repubblica democrazia parlamentare come l’Italia, un’opera di portata eccezionale ed impegnativa nei tempi, nelle risorse e nei rischi, benché questi ultimi di esclusive limitazioni territoriali molto fragili, meriterebbe, ancora oggi, il filtro di un consenso popolare ampio, di portata nazionale.
“La Calabria merita di essere governata da chi sa ascoltarla”
È un appello che il professionista Antonio Ranieri ‘Docente ed educatore Finanziario – coordinatore Area Calabria Aief’ (Associazione Italiana Educatori Finanziari) il 27 settembre u.s. rivolge ai tre candidati potenziali Presidenti della Regione Calabria e suggerisce loro, tra l’altro, in sintesi, insegnamenti di economia e contrattualistica nelle scuole e che “…ogni ragazzo, prima di lasciare la scuola, abbia imparato a leggere un contratto, a capire un mutuo, a risparmiare con consapevolezza. Dove ogni donna che apre un’azienda agricola sappia accedere ai fondi europei non per caso, ma per competenza. Dove ogni anziano sappia difendersi dalle truffe, perché informato, protetto, rispettato”.
“Sto cercando di non far partire i miei figli”
Mentre Piergiorgio Iannaccaro, scrittore e conoscitore della Calabria e della montagna, tra cui la Sila, Presidente pro-tempore della Sezione di Catanzaro del Club Alpino Italiano (C.A.I.), si pone e pone una domanda: “Come immaginare il futuro della Sila? Bisogna cooperare davanti a fenomeni che nessuno può contrastare da solo”. “La forza è nel territorio, nel dare spazio al racconto di una Calabria allo stesso tempo alta e profonda, che resiste, che non può, non deve essere dignitosamente accompagnata verso l’estinzione”. Si rimanda a quanto è detto su “Riflessioni e idee dell’incontro Genti di Sila, un’iniziativa della Sezione CAI di Catanzaro che si è svolta al rifugio Leone Grandinetti”.
Citazioni di Piergiorgio Iannaccaro
Di James Maurice Scott (1906/1986) esploratore e scrittore britannico, afferma che “decenni fa, percorse la Sila e scrisse che “la Sila è la zona meno italiana d’Italia…”.
Mentre Piergiorgio Iannaccaro dice che: “…la Sila nel suo essere molti luoghi è una realtà unica, e questo è una potente leva su cui agire”. Dal recente saggio “La montagna che vogliamo”, di Marco Albino Ferrari, ci ricorda che: “la montagna può dare risposta alle grandi trasformazioni che il nostro tempo ci impone in termini di rispetto per l’ambiente e di qualità della vita”.
Un programma non da poco per il nuovo Presidente e la sua Giunta della Regione Calabria.
La Calabria, in effetti, dalla rivolta di Reggio del 1970 alle attuali elezioni regionali del 5 e 6 ottobre 2025, tra delusioni e aspettative, non è mai stata una Regione baciata dalla fortuna, come eventi naturali, ad esempio il terremoto del 1908 che si dimentica facilmente o si finge di dimenticare, passando per la criminalità organizzata, per il caporalato, per la crisi del lavoro e per il pendolarismo sanitario.
Si augura alla terra di Calabria e ai suoi figli che tutti questi acciacchi, traumi e disfunzioni esogene ed endogene siano ricordi del passato.