“Non rimandare, rimboccati le maniche”. Con queste parole Papa Leone XIV si è rivolto ai giovani nel corso dell’udienza generale di oggi in piazza San Pietro, durante il ciclo di catechesi per il Giubileo 2025. Il suo invito ha un tono pastorale, ma anche esistenziale: non sprecare il tempo, non aspettare il momento perfetto per dare un senso alla tua vita. Il Pontefice ha meditato sulla parabola evangelica degli operai nella vigna), spiegando che Dio non è un datore di lavoro che premia chi arriva prima, ma un padre che esce più volte durante il giorno per chiamare ognuno, anche gli “ultimi”, a lavorare nella sua vigna. “Con Dio non è mai troppo tardi”, ha detto. Anche chi arriva all’ultima ora riceve lo stesso salario, perché “Dio non guarda solo al merito, ma anche al bisogno”.
Leone XIV ha voluto sottolineare che “Dio non fa graduatorie” e che il suo amore è pieno, totale, per chiunque gli apra il cuore. “A volte – ha detto – ci sentiamo come operai fermi nella piazza del mercato, in attesa che qualcuno ci noti. E rischiamo di svenderci al primo offerente. Ma Dio ci cerca ancora. E ci dà un valore”.
Il messaggio
Il cuore del messaggio è però rivolto ai giovani: “Vorrei dire, specialmente a voi, di non aspettare. Rispondete con entusiasmo! Lavorando nella sua vigna troverete una risposta alla domanda che vi portate dentro: che senso ha la mia vita?”. Una chiamata alla responsabilità, ma anche un incoraggiamento a non temere, perché “il Signore è generoso e non delude”. Nel tempo delle incertezze e della crisi vocazionale, il Papa rilancia il Vangelo come mappa di senso: un Dio che chiama tutti, che non esclude nessuno, che dà pienezza anche a chi arriva all’ultima ora. E conclude con un’esortazione accorata: “Nei momenti bui, chiediamo al Signore che esca ancora a cercarci. Lui verrà. Presto”.
