martedì, 22 Aprile, 2025
Esteri

El Salvador, il Presidente Bukele propone uno scambio di prigionieri con Maduro in cambio dei venezuelani deportati dagli USA

Il presidente salvadoregno Nayib Bukele ha proposto “un accordo umanitario” con il Venezuela, suggerendo il rilascio di 252 cittadini venezuelani deportati dagli USA e detenuti in El Salvador, in cambio della liberazione di un eguale numero di prigionieri politici incarcerati dal governo di Nicolás Maduro. Bukele ha elencato familiari di figure di spicco dell’opposizione venezuelana, giornalisti e attivisti arrestati durante la repressione elettorale del 2022 in Venezuela. Tra i nomi menzionati figurano il genero dell’ex candidato presidenziale Edmundo González, vari leader politici rifugiati presso l’ambasciata argentina in Venezuela e circa 50 cittadini di diverse nazionalità. Bukele ha anche citato la madre dell’oppositrice María Corina Machado, la cui abitazione sarebbe stata circondata dalla polizia venezuelana all’inizio dell’anno. Il presidente salvadoregno ha dichiarato che il Ministero degli Esteri di El Salvador si metterà in contatto con il governo di Maduro. Questa iniziativa arriva in un contesto di critiche internazionali nei confronti di El Salvador, legate alla gestione dei deportati, inclusi cittadini venezuelani e salvadoregni accusati di appartenere a bande criminali senza prove sufficienti. I detenuti vengono rinchiusi nel Centro di Confinamento per il Terrorismo (CECOT), una mega-prigione costruita nell’ambito della campagna di Bukele contro le bande criminali. La questione è tornata al centro dell’attenzione dopo il caso di Kilmar Abrego Garcia, un padre residente nel Maryland e sposato con una cittadina statunitense, che si trova tra i deportati. La sua vicenda ha scatenato battaglie legali per ottenere il rimpatrio. L’arcivescovo di El Salvador, José Luis Escobar Alas, ha esortato Bukele a evitare che il paese si trasformi in “una grande prigione internazionale.” Nonostante le polemiche, Bukele ha difeso le sue azioni, sostenendo che i detenuti fanno parte di un’operazione mirata a contrastare bande come il Tren de Aragua negli Stati Uniti.

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