mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Europa

Patto Ue Turchia sui rifugiati: 1 miliardo ad Ankara. Colloqui su Gaza a Doha

Ursula von Der Leyen e Erdogan parlano anche di adesione all’Ue di Ankara. Al Jolani: "revocare le sanzioni per permettere il rientro dei rifugiati". Casa Bianca esprime cauto ottimismo

Nel corso della conferenza stampa ad Ankara con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha reso noto che sarà versato alla Turchia un miliardo di euro per il 2024 per sostenere l’istruzione e la sanità per i rifugiati siriani, la gestione della migrazione e delle frontiere, compresi i rimpatri volontari. ”Il rapporto tra Turchia e Ue è tanto ricco quanto è complesso, ma una cosa è chiara: sta andando avanti”, ha detto von der Leyen. L’Ue rimane il principale partner commerciale della Turchia, gli scambi ”hanno raggiunto il livello record di 206 miliardi di euro” nel 2024, ”e la nostra intenzione è di rafforzare ulteriormente questo rapporto. Avvieremo un dialogo ad alto livello sull’economia ed esploreremo le opportunità di un rinnovato impegno della Banca europea degli investimenti in Turchia”. Bruxelles è ”ansiosa” di impegnarsi con Ankara nella costruzione di un’unione doganale moderna, continua la presidente dell’esecutivo Ue, avvertendo che i progressi ”richiedono sforzi”, in particolare sulla rimozione delle barriere commerciali da parte turca.

Erdogan: “L’adesione all’Ue è ancora strategica”

Da parte sua Erdogan ha espresso nella stessa sede il desiderio di ”ravvivare” la relazione con l’obiettivo di ammettere Ankara come nuovo membro dell’Ue. “L’adesione della Turchia all’Unione europea è ancora un obiettivo strategico”, ha detto il leader turco aggiungendo di aver discusso con von der Leyen di “passi congiunti da prendere per rilanciare la nostra relazione” e che si aspetta dai paesi europei “una nuova visione” riguardo ai rapporti con Ankara e al processo di adesione turco, aperto nel 2005 ma da molti anni in fase di stallo.

Al Jolani al mondo: “Revocate le sanzioni contro la Siria”

Intanto Ahmed al-Shara al-Jolani, il leader della coalizione ribelle che ha preso il potere a Damasco, ha esortato gli Stati Uniti e le altre nazioni a revocare le sanzioni imposte alla Siria affinché possa iniziare la ricostruzione. In questa prospettiva il leader islamista ha rassicurato da un lato che il “La Siria deve rimanere unita e ci deve essere un contratto sociale tra lo Stato e tutte le confessioni religiose per garantire la giustizia sociale”, e dall’altro, in un’intervista al britannico Times, che la Siria “non verrà utilizzata” come base per attacchi contro Israele. Allo stesso tempo il leader ha sottolineato che lo Stato ebraico deve porre fine agli attacchi aerei in Siria e ritirarsi dal territorio occupato nel Golan. “La giustificazione di Israele era la presenza di Hezbollah e delle milizie iraniane, e quella giustificazione è venuta meno”, ha concluso.

Negoziati a Doha, vicini a accordo su Gaza

“Un team tecnico israeliano è a Doha per discutere del cessate il fuoco e dell’accordo sugli ostaggi a Gaza”. A riferirlo all’Afp è una fonte a conoscenza dei colloqui, secondo cui gli incontri si tengono “tra team di lavoro israeliani e qatarioti”. Mentre Hamas ha dichiarato che i colloqui in corso a Doha sono “seri e positivi”, anche il portavoce per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby, in un’intervista a Fox News ha affermato: “Riteniamo che ci stiamo avvicinando a un accordo di cessate il fuoco a Gaza “, “crediamo, e gli israeliani lo hanno detto, che ci stiamo avvicinando, e non c’è dubbio, ci crediamo, ma siamo anche cauti nel nostro ottimismo”. “Ci siamo già trovati in questa posizione in cui non siamo riusciti a tagliare il traguardo”, ha aggiunto Kirby,

“Israele manterrà controllo militare a Gaza”

Tuttavia, comunque vadano i negoziati, “una volta sconfitto il potere militare e il potere dominante di Hamas a Gaza, Israele controllerà la sicurezza a Gaza con piena libertà di agire, proprio come in giudea e samaria”, ha affermato il ministro della difesa Israel Katz riferendosi anche alla Cisgiordania. “Non permetteremo alcuna attività terroristica contro le comunità israeliane e i cittadini di Gaza. Non permetteremo un ritorno alla realtà precedente al 7 ottobre”

OMS: “Condizioni sanitarie a Gaza spaventose”

Intanto Una delegazione dell’Oms, spiega il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus ha raggiunto l’ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza, trovandolo in condizioni ” semplicemente spaventose. Chiediamo con urgenza la protezione dell’assistenza sanitaria e che questo inferno finisca! Cessate il fuoco!”, ha scritto su X il direttore generale.
“Nell’ultima settimana – spiega su X – quattro missioni dell’OMS a Kamal Adwan sono state arbitrariamente negate. Ciò ha lasciato l’ospedale senza personale specializzato per l’assistenza chirurgica e materna. Le ostilità attorno all’ospedale continuano e i recenti attacchi hanno ulteriormente danneggiato l’impianto di ossigeno, i generatori e rotto finestre e porte nelle stanze dei pazienti”.

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