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L’astensionismo fa paura. Ma sono lacrime di coccodrillo

Le responsabilità di politica e giornalismo
giovedì, 6 Giugno 2024
1 minuto di lettura

E se alle prossime elezioni europee più della metà degli italiani non andasse a votare? Lo spettro del dilagare delle astensioni spaventa tutti. La politica si sente sempre meno legittimata, ogni partito teme che il non-voto colpisca il proprio consenso. E qualunque percentuale prendessero, il primo partito o la prima coalizione, essa rappresenterebbe comunque molto meno della metà dei cittadini italiani. Praticamente un flop.

Ma cosa ha fatto la politica per evitare l’astensionsimo? Nulla, anzi…

Intanto c’è un astensionismo imposto dalla politica. Riguarda gli oltre 3milioni di italiani che risiedono in Paesi non Ue ai quali è impedito di votare nelle ambasciate o nei consolati. Devono tornare in patria se vogliono votare…..Ve lo immaginate uno che parte dall’Argentina, dall’Australia o anche solo da Londra, spendendo di tasca propria per venire ad esercitare un diritto sancito dalla Costituzione? Abbiamo denunciato questa assurdità sulla Discussione del 3 giugno. Risposta? Zero. Nessun partito si è presa la briga di intervenire sul Governo che avrebbe potuto, anche con un decreto legge, correggere la norma palesemente incostituzionale.

Per onor di verità la stessa inspiegabile indifferenza l’hanno dimostrata anche colleghi giornalisti i quali prima si sono meravigliati di quello che abbiamo denunciato sulla Discussione ma poi hanno deciso di non occuparsene come se tre milioni di votanti in meno fossero un’inezia…

Ma c’è di più. La quasi totalità dei partiti ha condotto una campagna elettorale in cui di Europa si è parlato solo il 5%. Hanno dominato i soliti temi di politica interna e soprattutto polemicucce da avanspettacolo su questa o quella parolaccia . Dei grandi temi neanche l’ombra. Chiedere agli italiani andare a votare per il Parlamento europeo, avendo parlato di altro è un’istigazione a non votare.

E che dire del giornalismo? Invece di costringere la politica a pronunciarsi sui grandi temi europei, il giornalismo, come al solito, si è messo all’inseguimento degli argomenti scelti dai partiti per litigare tra loro. Non ho assistito a nessuna trasmissione in cui un intervistatore esigesse risposte solo su temi riguardanti l’Europa. Sempre la solita solfa di domande approssimative sull’Europa ma molto dettagliate su questa o quella battuta dell’intervistato o del suo avversario politico. Uno spettacolo desolante.

Ma come pensate, politici e giornalisti, che i cittadini possano appassionarsi al voto in questo contesto? Almeno però, risparmiateci le lacrime di coccodrillo e i pistolotti, grondanti di retorica, sull’astensionismo “ferita della democrazia”. L’astensionismo è il frutto di una politica e di una informazione profondamente sbagliate.

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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