Circa sette milioni di donne afroamericane in età riproduttiva risiedono in Stati degli Usa dove regnano rigide restrizioni sull’aborto. Ciò emerge da un rapporto dettagliato realizzato dal National Partnership for Women & Families (NPWF) in collaborazione con In Our Own Voice. I dati indicano che il 57% di queste donne vive in aree dove l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza è fortemente limitato, con un incremento di tali situazioni in seguito alla revoca del caso Roe contro Wade. La presidente del NPWF, Jocelyn Frye, sottolinea le gravi ripercussioni su sicurezza e salute di queste donne, molte delle quali economicamente vulnerabili e impiegate nel settore dei servizi. Il rapporto evidenzia come Texas, Florida e Georgia siano tra gli stati con le politiche più restrittive, influenzando quasi il 43% della popolazione femminile afroamericana interessata.
Panorama legislativo
Frye ritiene che affrontare le sfide di queste donne possa portare benefici estesi a una più vasta comunità. L’attuale panorama legislativo negli USA mostra 14 stati con divieti totali e 11 con restrizioni consistenti, secondo la Kaiser Family Foundation. In Arizona, la Corte Suprema aveva approvato un quasi totale divieto di aborto, successivamente annullato dalla governatrice Katie Hobbs. Il rapporto mostra che le minoranze etniche sono le più propense a cercare servizi legati all’aborto e nello stesso tempo le meno fortunate nell’accesso alla pianificazione familiare. Frye e Regina Davis Moss di In Our Own Voice enfatizzano come i divieti sull’aborto colpiscano direttamente le donne afroamericane e come le loro storie e necessità siano spesso ignorate nel dibattito pubblico. Entrambe le leader esortano a un cambiamento culturale che favorisca un approccio più inclusivo e risolva i problemi che gravano sulla società.