Ancora una volta, e fortunatamente, il nostro governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, torna sul tema del rischio stagnazione che si corre se i tassi della BCE non calano. “Con l’inflazione che si sta progressivamente avvicinando al nostro obiettivo, ci si chiede quale sia la prossima mossa della BCE”. In occasione della conferenza inaugurale del Research Network on Challenges for Monetary Policy Transmission in a Changing World (ChaMP) di Francoforte. Ed ha aggiunto: “L’emergere di rischi al ribasso per le prospettive implicano che la BCE debba considerare la possibilità che la politica monetaria potrebbe diventare troppo restrittiva andando avanti”… e rincarando la dose ha continuato: “La politica monetaria è troppo restrittiva se finisce per causare una profonda recessione, ma lo è anche se spinge l’inflazione al di sotto del target e causa una stagnazione prolungata. Siamo ragionevolmente lontani dal primo scenario ma non possiamo ancora escludere il secondo”.
Questa posizione trova conforto, peraltro, dallo stesso bollettino di aprile dell’Eurotower, che certifica un andamento con molte ombre.
Anche il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, intervenendo agli Stati Generali dell’economia organizzati da Forza Italia, ha sollecitato la Banca Centrale Europea a fare quello che famiglie ed imprese italiane chiedono da tempo. “E’ dalla metà di novembre che i tassi di mercato anticipano l’attesa riduzione dei tassi BCE, che confidiamo che non sia rinviata perché altrimenti il mercato viene sempre contraddetto”. A queste insistenze italiane pare rispondere a distanza Christine Legarde. “Stiamo osservando un processo disinflazionistico che si sta muovendo in linea con le aspettative… se procederà secondo le previsioni e non avremo un grave shock ci stiamo muovendo verso un momento in cui dovremo moderare la politica monetaria restrittiva. E questo momento arriverà in tempi ragionevolmente brevi”, ha detto la presidente della BCE recentemente in un’intervista a Cnbc.
Dunque per la prima volta dopo mesi di pessimismo la BCE prevede che l’inflazione scenderà e che i tassi potranno essere tagliati entro fine anno. In effetti la BCE ritiene che l’inflazione sia in calo e che potrà raggiungere l’obiettivo del 2% per metà del 2025.
Anche perché secondo l’analisi nel Bollettino economico della BCE, gli shock geopolitici globali potrebbero comportare nel complesso un ribasso dei prezzi del petrolio. pessimismo la BCE prevede che l’inflazione scenderà e che i tassi potranno essere tagliati entro fine anno. In effetti la BCE ritiene che l’inflazione sia in calo e che potrà raggiungere l’obiettivo del 2% per metà del 2025.