sabato, 16 Novembre, 2024
Esteri

Guam: le doule indigene guidano la lotta per il divario di accesso alle cure riproduttive

Livia Marati, una donna incinta di 35 anni, ha affrontato il tifone Mawar sull’isola di Guam. Di fronte al rischio di dover partorire in solitudine, ha chiamato la sua doula per avere un sostegno. Una volta che l’elettricità è stata ripristinata, è riuscita a partorire presso il Guam Memorial Hospital. La sua storia getta luce sull’isolamento e le difficoltà delle gestanti prive dell’assistenza di una doula. A Guam, la situazione dell’assistenza alla maternità si è aggravata con la chiusura dell’unico birthing center indipendente. L’isola dispone di un solo ospedale e una doula, ma, per quest’ultima, mancano le coperture Medicaid per i servizi. Con il pensionamento dell’unico medico che praticava aborti nel 2018, l’accesso a tale servizio è diventato complicato. Per rispondere a queste carenze, il Birthworkers of Color Collective sta formando doule locali per affrontare situazioni di emergenza. Stevie Merino, la fondatrice del collettivo, insiste sul fatto che le problematiche di Guam sono spesso trascurate nei dibattiti nazionali sui diritti riproduttivi.

Sofferenze

Le donne sull’isola soffrono soprattutto durante le calamità naturali. Le infrastrutture sanitarie datate rappresentano un ulteriore pericolo per le gestanti in cerca di un luogo sicuro. Guam ha una storia segnata dal colonialismo, conflitti bellici e test nucleari, tutti fattori che hanno lasciato un’impronta sulla salute riproduttiva delle donne. Vecchie tradizioni di guarigione CHamoru sono state abbandonate o proibite. Il collettivo di Merino si impegna a riscoprire queste pratiche attraverso corsi di formazione per doule. Il recente corso di dicembre, ha trattato tutti gli aspetti del parto e permesso ai partecipanti di approfondire tematiche di loro interesse, inclusa la figura della doula abortista, nonostante vi sia un forte stigmatizzazione legata alla religione cattolica. Aguon, nel suo ruolo di doula al primo parto, ha dovuto affrontare l’incomprensione del personale ospedaliero ma è determinata a far riconoscere e normalizzare la figura della doula.

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