Tunisia, Francia, Italia e Libano sono i Paesi coinvolti nel progetto Re-Med “Applicazione dell’innovazione per lo sviluppo dell’economia circolare per l’edilizia sostenibile nel Mediterraneo”, lanciato nell’ ottobre del 2020 La realizzazione, in Tunisia, del progetto Re-Med, finalizzato nello specifico al trasferimento tecnologico, per trasformare i rifiuti di costruzione e demolizione in risorse nei Paesi del Mediterraneo, ha consentito di finanziare recentemente due impianti di produzione di aggregati riciclati del valore di 15mila euro ciascuno, ha affermato Oumaya Marzouk, coordinatrice del progetto Re-Med. Dopo la creazione di questi due nuovi impianti, situati nella Grande Tunisi e a Gabes, il numero delle unità di riciclaggio dei rifiuti sarà portato a breve a tre. Nel progetto sono coinvolte anche aziende di tecnologie italiane. Il progetto ha anche permesso di realizzare programmi di formazione transfrontaliera per più di 1.000 studenti, di cui 50 studenti in Tunisia nell’ambito dell’economia circolare.
Una piattaforma online
È stata inoltre creata una piattaforma online della comunità Re-Med per la condivisione delle conoscenze tra i paesi beneficiari del progetto e sono stati sviluppati modelli economici destinati agli investitori. Questi modelli economici forniscono indicazioni sul costo dell’investimento, sul tasso di rendimento dell’impianto nonché informazioni sul mercato, oltre alla costruzione a Ben Arous, di una strada innovativa che integra materiali riciclati provenienti dai rifiuti edili. In Tunisia, i rifiuti da costruzione e demolizione accumulati nel Paese dal 2000 hanno raggiunto circa 8 milioni di m3, di cui il 70% si trova nelle grandi città costiere di Tunisi, Sousse e Sfax. Questi rifiuti, gettati nell’ambiente naturale e in discariche non controllate, costituiscono un grande potenziale che potrebbe essere sfruttato nell’ambito di una strategia di economia circolare.