Oggi, martedì 3 ottobre, si celebra la decima Giornata della Memoria e dell’Accoglienza. Istituita dall’OIM, Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, dall’UNHCR, agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati e dall’UNICEF, Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia, la Giornata è stata riconosciuta dalla Repubblica a seguito del tragico naufragio del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa. Secondo l’OIM, dal 2014 ad oggi oltre 28.000 migranti risultano deceduti o dispersi nel Mediterraneo. Solo nel 2023 i migranti morti o dispersi sono 2.356, di cui 101 minori.
Il tragico naufragio
Sono passati dieci anni dal tragico naufragio di Lampedusa in cui persero la vita 368 migranti. Il 3 ottobre 2013 un’imbarcazione libica usata per il trasporto di uomini, donne e bambini si inabissò a poche miglia dal porto dell’Isola delle Pelagie. I superstiti salvati furono 155, di cui 40 minori non accompagnati e un minore con la famiglia. Il barcone, un peschereccio lungo circa 20 metri, era salpato dal porto libico di Misurata il primo ottobre 2013, con a bordo persone di origine eritrea e etiope. La barca era giunta a circa mezzo miglio dalle coste lampedusane, quando i motori si bloccarono, poco lontano dall’Isola dei Conigli. Per attirare l’attenzione delle navi in transito, l’assistente del capitano agitò uno straccio infuocato producendo molto fumo; questo gesto spaventò parte dei passeggeri che si spostarono da un lato dell’imbarcazione stracolma, facendola rovesciare. Il barcone colò a picco. Alle sette circa locali alcune barche civili e pescherecci, notando i naufraghi, diedero l’allarme. Il numero dei morti accertati e circa 20 dispersi presunti ricordano tale tragedia come una delle più gravi avvenute nel Mar Mediterraneo.