Gli scienziati hanno osservato per la prima volta le deboli increspature causate dal movimento dei buchi neri che stanno delicatamente allungando e comprimendo tutto nell’universo. Sono stati in grado di “sentire” quelle che vengono chiamate onde gravitazionali a bassa frequenza, ovvero i cambiamenti nel tessuto dell’universo creati da enormi oggetti che si muovono e si scontrano nello spazio. “È davvero la prima volta che abbiamo prove di questo movimento su larga scala di tutto nell’universo – ha affermato Maura McLaughlin, co-direttrice di NANOGrav, la collaborazione di ricerca che ha pubblicato i risultati su The Astrophysical Journal Letters – Albert Einstein aveva predetto che quando oggetti molto pesanti si muovono attraverso lo spaziotempo – il tessuto del nostro universo – creano increspature che si diffondono attraverso quel tessuto. Gli scienziati a volte paragonano queste increspature alla musica di sottofondo dell’universo”. “Nel 2015, gli scienziati hanno utilizzato per la prima volta un esperimento chiamato LIGO per rilevare le onde gravitazionali e hanno dimostrato che Einstein aveva ragione. Ma finora, quei metodi sono stati in grado di catturare solo onde ad alte frequenze – ha spiegato Chiara Mingarelli, membro di NANOGrav, astrofisica dell’Università di Yale – Quei rapidi “cinguettii” provengono da momenti specifici in cui buchi neri relativamente piccoli e stelle morte si scontrano l’un l’altro”. Nell’ultima ricerca, gli scienziati stavano cercando onde a frequenze molto più basse. Queste lente increspature possono impiegare anni o addirittura decenni per scorrere su e giù, e probabilmente provengono da alcuni degli oggetti più grandi del nostro universo: buchi neri supermassicci miliardi di volte la massa del nostro sole.